In un momento in cui le vetture da città si stanno trasformando in piccole monovolume ultrafunzionali, Citroën propone questa citycar, parente stretta della "C3", ma dalle dimensioni assai più contenute.

In linea di principio, l'abitacolo potrebbe ospitare quattro persone; in pratica, ce ne stanno due comode oppure quattro, appunto, ma strette. Anche il bagagliaio non è un granché: le due poltroncine posteriori sono scorrevoli, abbattibili ed è anche possibile ripiegarle, ma soltanto dopo aver spostato in avanti i sedili anteriori.

Perché, allora, preferire la "C2"? Innanzitutto per l'aspetto grazioso, accattivante, sbarazzino e da macchina piccola, ma non da utilitaria. Poi, per il prezzo che, se viaggiate spesso soli o al massimo in coppia, è di 1500-2000 euro inferiore rispetto alla corrispondente "C3".

Su strada, le due versioni provate, la "1100 Elegance" e la sportiveggiante "1600 VTR", con cambio automatico sequenziale a cinque marce Sensodrive, hanno ben poco in comune: questione d'assetto, più "frenato" e preciso sulla "VTR", di trasmissione, visto che alla manuale della "1.1" si contrappone la robotizzata della "1.6", e di motore.

Il "1100" è un'unità supercollaudata, semplice e onestissima, che sulla "C2" fa una figura tutto sommato dignitosa. Anche perché, a fare da contraltare a prestazioni modeste ci sono consumi apprezzabilmente contenuti. Tra i semafori e il pavé cittadino la "C2 1.1" si trova a suo agio, lo sterzo è leggerissimo, la frizione un po' meno.

Paradossalmente, la più sportiva "1.6" sembra maggiormente votata al traffico urbano proprio in virtù della trasmissione robotizzata, che può essere impiegata anche come un cambio automatico e che fa a meno del pedale della frizione. In realtà, la "VTR" è divertente soprattutto sui percorsi misti, ricchi di curve, dove s'apprezza la funzionalità delle levette del cambio dietro il volante, a portata di polpastrello.