Si fa fatica a inquadrare quest?americana. Ha le sembianze di una Sport utility, ma è priva di trazione integrale (almeno in Italia). Avrebbe più di un?affinità con una monovolume, ma non ha la modulabilità e la disponibilità di spazio per muoversi con la libertà garantita in genere da questo tipo di veicoli. Potrebbe, allora, avere un senso trattarla come una grossa station wagon a tetto alto, ma ciò la sminuirebbe. A ben vedere la definizione più appropriata, quella che sembra calzarle meglio è crossover.

Per quanto riguarda gli interni, infatti, lo spazio non manca e, soprattutto, è ben sfruttato. Quasi fosse un miniappartamento viaggiante, non le mancano tutti i confort del caso, come, per esempio, un piccolo freezer per tenere in fresco le bibite o qualche genere alimentare, un impianto audio dove caricare i brani preferiti e persino una torcia autocaricabile per le situazioni d?emergenza. Di norma i posti sono cinque, ma possono diventare sette (optional) con una terza fila di sedili. Viste le dimensioni, in manovra torna sicuramente utile la piccola telecamera che, a retromarcia inserita, visualizza la zona retrostante la vettura nello schermo a sfioramento da 6,5", parte integrante del sistema multimediale MyGIG, alloggiato nella plancia. Quest'ultima, nel complesso, non entusiasma. Fin troppo essenziale nel design, utilizza materiali dall?aspetto un po? economico e neppure tanto gradevoli al tatto. Più accattivanti i rivestimenti dei sedili bicolore con inserti in pelle.

Dove non si è certo risparmiato è sulla sicurezza. La Journey vanta infatti una buona dotazione, sia per proteggere gli occupanti in caso d?incidente (sono previsti airbag per tutti i posti) sia per assistere il conducente nella guida, in particolare nelle situazioni più critiche. C?è anche un sistema antiribaltamento e un altro che aiuta a mantenere la stabilità di un eventuale rimorchio. L?intervento del controllo di trazione e stabilità, tuttavia, non sempre risulta sufficientemente incisivo quando, per esempio, ci sono da contrastare fenomeni sotto o sovrasterzanti.

Va subito chiarito che la Journey è un?auto tranquilla, affidabile, facilmente controllabile, malgrado le abbondanti dimensioni e la rilevante massa. Lo sterzo non è un fulmine, ma è piuttosto omogeneo e preciso e non costringe a frequenti correzioni. La vera sorpresa, tuttavia, si trova sotto il cofano. Il quattro cilindri turbodiesel con iniettori-pompa, di origine Volkswagen, conferma, una volta di più, la sua straordinaria grinta e le ottime prestazioni. Gli dà una bella mano l?innovativo cambio automatico a doppia frizione, che consente una selezione più rapida dei sei rapporti, oltre a cambi marcia fluidi, senza interruzioni nel trasferimento di coppia. Ad avvantaggiarsene, almeno secondo quanto dichiarato dal costruttore, dovrebbero essere i consumi, con un risparmio complessivo del 6%. Di media con la Journey si fanno poco più di 10 km/l. Un po? pochi, onestamente, se si considera che le migliori concorrenti bevono un 20% in meno di gasolio.