La prova della 718 Cayman S
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Coupé, due posti, motore centrale, trazione posteriore. Poi, un motore turbo da 350 cavalli. E il blasone di un marchio che non ha bisogno di presentazioni. Porsche, appunto. Gl’ingredienti, la ricetta, il “piatto” vanno catalogati alla voce “alta guida”, roba per raffinati gourmet. Un piacere (anche quotidiano) riservato a pochi, ché per assaporare tutte le sfumature, molte più di cinquanta, della 718 Cayman S servono accessori, dotazioni e optional che tutte assieme costano come un’utilitaria. 718, come le macchine da corsa di tanti anni fa, quando bastavano una carrozzeria leggera e un complicatissimo e affascinante motore a quattro cilindri per fare paura a tutti. Lo stesso dna che permette oggi alla Cayman S di battere avversarie con tanti cavalli in più. Perché la potenza non è tutto, lo sanno bene alla Porsche. Contano equilibrio, assetto, agilità, patrimonio genetico che nasce dalle parti di Zuffenhausen.

Bottone magico. Il cambio a doppia frizione a sette marce è parte attiva nel ruolo di amplificatore di emozioni e prestazioni. Non che il manuale sei marce di serie non lo sia, ma tra le varie modalità di guida ce ne sono alcune che condizionano il funzionamento del cambio. Così, al di là delle sue qualità intrinseche tipo la prontezza di risposta, la precisione degl’innesti e la rapidità dei passaggi marcia, il “Doppelkupplung” gioca un ruolo decisivo quando si preme il pulsante Sport Response, al centro del selettore sul volante: passa direttamente a una marcia inferiore e adotta una legge di cambiata specifica, a regimi superiori rispetto alla modalità Sport Plus. Il bottone magico scatena una reazione immediata che dura circa 20 secondi e che naturalmente agisce anche sul motore, in particolare sul turbocompressore, che risponde istantaneamente come fosse un aspirato.

Sound perforante. Il limitatore interviene a quota 7.500 giri, dove il calo di potenza rispetto al regime nominale, 6.500 giri, è di appena il 5%. A questi regimi, ogni discussione sul sound (o sul rumore, secondo i punti di vista) del quattro cilindri perde di significato: se all’avviamento o ai bassi giri il “flat-four” ricorda le sonorità del boxer Subaru, quando fa la voce grossa l’urlo è perforante, cattivo, a tratti brutale. Diverso senza dubbio a quello cui eravamo abituati prima, ma tutt’altro che sgradevole.
Launch control. Il cosiddetto “telaio sportivo Pasm”, acronimo di Porsche active suspension management, e il pacchetto Sport Chrono sono responsabili della rapidità e della precisione d’inserimento dell’avantreno, del rollio molto contenuto e del comportamento stradale pressoché neutro, tuttalpiù lievemente sottosterzante, a prescindere dai controlli elettronici, che peraltro sono tarati in modo da rendere accessibili eventuali recuperi della traiettoria. L’unica assistenza alla guida di cui vale la pena abusare è il launch control: una volta attivata la procedura, il motore si assesta intorno i 6.200 giri, le ruote pattinano poco e il cambio snocciola una marcia via l’altra. E come ci hanno insegnato da bambini, il gioco è bello finché dura poco: per lo 0-100 bastano quattro secondi.
Pregi e difetti

Pregi
Comportamento dinamico. Ai vertici della categoria, come dimostra anche il tempo in pista, migliore di altre vetture di potenza nettamente superiore.
Motore. Un turbo con tanta coppia, disponibile già dai bassi giri, e un allungo (con il limitatore a quota 7.500) che ricorda i migliori aspirati. Anche il sound non è male, bisogna solo abituarsi.
Difetti
Opzioni a pagamento. Servono a migliorare il comportamento stradale e i moduli dell'impianto d'infotainment, ma fanno salire di molto il prezzo dipartenza.
Isolamento acustico. Il confort viene in parte compromesso dal rumore di rotolamento dei pneumatici e dai fruscii aerodinamici già alle andature autostradali.
Dati & prestazioni
Dati dichiarati
Pagelle
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