La nuova sigla B4 è un altro piccolo passo verso l’elettrificazione completa dei modelli Volvo, con la B che assume un significato tutto particolare. Questa XC60, infatti,è una mild hybrid a 48 Volt, nella quale una componente elettrica di una certa potenza (circa 14 CV) contribuisce alla riduzione dei consumi. Questo tipo di elettrificazione fa parte di un progetto che porterà la Casa ad avere solo modelli ibridi, plug-in e anche completamente elettrici: lo scorso ottobre è stata presentata anche la XC40 Recharge, prima BEV svedese.
B come Brake. In questo caso la B sta per Battery, mentre quella della XC60 sta per Brake: infatti, è attraverso le frenate e i rallentamenti che la Suv media (4 metri e 67 di lunghezza) recupera energia. Un intervento relativamente semplice sulla meccanica del motore a gasolio. Semplice perché non richiede di riprogettare l'intero powertrain, anche se dev’essere rivista tutta la parte di generazione dell'energia e quella di avviamento del motore. Questo senza dimenticare la necessità di trovare lo spazio per una batteria aggiuntiva, che in questo caso si trova accanto al ruotino di scorta, nel doppiofondo del bagagliaio: è agli ioni di litio, ha una capacità di 0,44 kWh (10 Ah a 48 Volt) e incamera energia quando l’auto avanza per forza d'inerzia o frena. Una volta carica, lo stesso generatore, che ha preso il posto del motorino d'avviamento, utilizza l'energia recuperata per alleggerire il lavoro del diesel.
Consumi ridotti. Un sistema di questo genere non fa miracoli, ma è in grado di abbassare il consumo dal 3% al 6% (dipende dal tipo di percorso) e, soprattutto, permette di ottenere l'omologazione dell'auto come ibrida, con tutti i vantaggi che ne conseguono. La potenza dei due motori messi insieme è di 211 CV (197 dal termico, 14 dall'elettrico), non molti in rapporto alla massa, visto che la Suv svedese non è un peso piuma. Il Centro prove ha certificato una percorrenza media di 13,5 km/litro. Non male, in rapporto alle prestazioni vivaci.
Gli interni. Per chi non conoscesse la XC60, vanno certamente ricordate le mitiche poltrone e in generale la comodità del posto guida: non si tratta di sedili morbidi dove si sprofonda, sono anzi piuttosto consistenti, ma hanno forme e dimensioni che si adattano come un guanto a tutte le corporature, con un valido sostegno laterale, non costrittivo. Gli appoggiatesta sono integrati e piuttosto vicini al capo, come vogliono le migliori pratiche costruttive per limitare le sollecitazioni al collo in caso di tamponamento. Gli svedesi sono così fieri di questa tradizione che hanno decorato i sedili con la loro bandiera nazionale. L'avviamento è silenzioso e senza scosse, grazie all'impiego dell'unità elettrica a 48 Volt, e l'andatura costante e del tutto confortevole. Su un'auto come questa si ha subito l'impressione di poter percorrere molte centinaia di chilometri senza affaticarsi. Il serbatoio da ben 71 litri, poi, consente di evitare frequenti soste al distributore: l'autonomia autostradale sfiora i 1.000 km. ll cambio, rivisto nella parte meccanica e nella gestione della coppia, è comandato da una levetta monostabile sul tunnel. Per mettere in Drive o inserire la retro, occorre tirare o spingere la cloche due volte: un accorgimento di sicurezza che consente di evitare inserimenti accidentali della marcia. In ogni caso, il passaggio fra gli otto rapporti, la prontezza e, in generale, la fluidità hanno guadagnato parecchio dall'elettrificazione e da questo aggiornamento, risolvendo quello che, secondo noi, era anche l'unico vero difetto della serie precedente.
Il sistema Sensus. La parte centrale della plancia è dominata dall’infotelematica “Sensus” che Volvo già applica a tutti i suoi modelli, in varie versioni: la strada seguita è quella della massima integrazione dei comandi, all'interno di un tablet verticale. L'organizzazione è razionale, divisa su tre pagine che scorrono orizzontalmente, disegnate con cura rispettando l'ergonomia: le zone sensibili al tocco sono grandi e i caratteri ben visibili in bianco su fondo nero. Gli automatismi, come quello riguardante il climatizzatore, funzionano molto bene, tanto che spesso basta un'impostazione iniziale e poi non occorre più intervenire. Alcuni comandi, però, non sono immediati: per inserire il ricircolo dell'aria, per esempio, occorre toccare lo schermo due volte.
Le risposte su strada. Buone notizie nei test del Centro prove, per quanto riguarda i freni: ci si ferma in meno di 40 metri da 100 km/h sull'asciutto, un miglioramento netto rispetto alle versioni non elettrificate della XC60. Gli spazi d'arresto restano invece ancora piuttosto elevati sui fondi ad aderenza differenziata. Le prestazioni dinamiche in termini di accelerazione sono migliorate, portando la B4 ad avvicinare di molto la precedente D5 da 235 cavalli (da 0 a 100 km/h in 8,9 secondi contro gli 8 dell'altra versione). Un risultato apprezzabile, anche tenendo conto della massa non indifferente: 2.049 chilogrammi in condizioni di prova. In autostrada, infine, i sistemi avanzati di guida come il Pilot Assist sono una benedizione contro distrazioni e fatica: nei nostri test hanno dimostrato un tempismo negli interventi di livello superiore.
Prova ripresa da QSuv&Crossover in allegato a Quattroruote di novembre 2019, n. 771
Pregi e difetti
VOLVO XC60
XC60 B4 (d) AWD Geartronic Business Plus
Pregi
Sicurezza. Sia per quella attiva sia per la passiva, siamo al top.
Qualità. Non è tedesca e non imita nessuno: design e attenzione ai dettagli sono concreti.
Difetti
Freni. Tutto bene sull'asciutto, ma quando l'aderenza è bassa e non omogenea, gli spazi di arresto si allungano in modo considerevole.
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