A William Lyons, fondatore del marchio Jaguar, sarebbe piaciuta: questo è senza dubbio l'apprezzamento migliore che si possa fare alla nuova "XJ".

Gli sarebbe piaciuta soprattutto perché la rinnovata ammiraglia del Giaguaro è sì cambiata, ma nel rispetto della tradizione: quasi indistinguibile dalla precedente (sicuramente un pregio, per gli estimatori di Case come questa), cela bene le moderne qualità, a incominciare dall'abbondante utilizzo dell'alluminio, sfruttato per scocca e sospensioni e capace di renderla più leggera di quasi il 40% rispetto a concorrenti più "tradizionali".

Gli sarebbe piaciuta, a Sir Lyons, perché in fondo è una vera Jaguar: ricca di classe, con finiture di altissimo livello (gli interni di pelle del nostro esemplare sono di serie) e confortevole come una "XJ" dev'essere. A noi è piaciuta, inoltre, perché su strada ha mostrato un comportamento ineccepibile, con elevati limiti di tenuta e stabilità e un motore (V6 di tre litri da 175 kW-238 CV) quasi sportivo, perfettamente abbinato a una raffinata trasmissione automatica a sei rapporti. E perché, nonostante la mole, ha fatto rilevare consumi interessanti.

Non ci è piaciuta, invece, per due difetti che su una Jaguar possono quasi essere considerati caratteristiche intrinseche: il prezzo elevato (ma comunque allineato a quello di avversarie dal minor blasone) e il bagagliaio, seppur migliorato, dalla capienza ancora limitata, soprattutto in rapporto alle generose dimensioni esterne.