Stupire. Era la parola d'ordine in Giappone negli anni 90. Il Paese del Sol Levante sorprendeva il mondo, e lo faceva sempre, sistematicamente, in tutti i campi. Compreso quello automobilistico. In Europa nessuno poteva prescindere da quanto accadeva laggiù, che si trattasse di motori, elettronica, sospensioni. E pure il design faceva tendenza. La Honda era in prima fila in quella gara tecnologica (ricordate il Vtec da 100 CV/litro della Civic, capace di girare a 7.600 giri?). Poi i tempi sono cambiati, ma questa è storia di oggi. Ecco, la nuova Honda e sembra uscita da quel mondo, dove nulla era scontato o banale. Tre metri e novanta di lunghezza per uno e cinquanta abbondanti di altezza, disegnati ricordando due icone come la prima Civic e la mitica kei car N360. E plasmati ad arte secondo le più moderne tendenze stilistiche del terzo millennio. Pochi tratti per amalgamare i fari rotondi, rigorosamente a Led, con una linea semplice e senza spigoli, non turbata neppure dagli specchi retrovisori, che sulla "e" sono sostituiti da due telecamere.
Honda e: simpatia elettrica
L'apparenza inganna. Piace subito questa Honda. Infonde simpatia e, dopo averla guidata nel traffico di tutti i giorni, vi possiamo garantire che si tratterà anche di una citycar, ma di sicuro non passa inosservata. È realizzata su una piattaforma completamente nuova che farà da base anche per i futuri modelli elettrici della Casa (segmenti B e C) e, diversamente da quanto si potrebbe pensare guardandola, ha il motore sistemato dietro e la trazione sulle ruote posteriori (che sono più larghe di quelle davanti). Aperta la porta, il colpo d'occhio è davvero notevole, per non dire spettacolare. La plancia, di per sé molto semplice e lineare, è completamente occupata da tre grandi schermi Lcd che prendono vita non appena si preme il tasto Start. Sul primo, quello davanti al guidatore, compaiono le informazioni inerenti il funzionamento dell'auto (velocità, stato della batteria, autonomia ecc.), mentre gli altri due, da ben 12,3 pollici, sono dedicati al sistema multimediale.
Da uno schermo all'altro. Gli altri due schermi, dicevamo, sono uno per il guidatore e uno, speculare, per il passeggero, ai quali si accede tramite macro-tasti virtuali sistemati ai bordi dei display (sei per lato), che permettono di passare facilmente da un menu all'altro. Così, per esempio, si può visualizzare sul primo la mappa del Gps e avere sul secondo l'intrattenimento musicale, invertire una schermata con l'altra, oppure sfogliarli come le pagine di un tablet, e così via. Insomma una vera rivoluzione digitale. Agli estremi della plancia, orientati verso il guidatore e in posizione ben visibile, troviamo infine gli ultimi due schermi, dove compaiono le immagini dei retrovisori, che sono sostituiti da due telecamere. A bordo della "e" l'atmosfera è molto piacevole, rilassante. Gli stilisti e i tecnici giapponesi si sono dati un gran da fare per realizzare un abitacolo il più possibile a misura d'uomo. Per i rivestimenti, per esempio, hanno fatto ricorso a materiali provenienti dall'industria dell'arredamento, quasi a voler sottolineare una certa continuità con l'ambiente che si ritrova tra le mura domestiche. Il risultato è notevole, digitale e analogico – ci sono ancora tasti fisici e manopole vere sulla plancia – convivono al meglio. Insomma, si vive bene su questa Honda, con tutto quello che serve a portata di mano.
La città è il suo regno. L'auto è omologata per quattro persone: davanti lo spazio non manca, e dietro, grazie al passo relativamente lungo, in due si viaggia senza problemi, con centimetri a sufficienza per le gambe e per la testa. Da segnalare soltanto una certa difficoltà a infilare i piedi sotto ai sedili davanti a causa del pianale un po' rialzato rispetto al solito (sotto c'è la batteria). Quanto al bagagliaio, la "e" non è certo stata pensata per i grandi trasporti. Nasce cittadina e la città è indiscutibilmente il suo regno. La capienza, però, è davvero ridotta e disturba soprattutto il fatto che lo schienale posteriore non sia frazionato. Cosicché per avere più spazio si deve per forza di cose rinunciare a entrambi i posti posteriori.
Agile e piacevole da guidare. Su strada è molto divertente da guidare. La risposta immediata del motore elettrico combinata con i 315 Nm di coppia disponibili fin dallo spunto le garantiscono una bella agilità. Basta affondare l'acceleratore per vederla schizzare in avanti, pronta a intrufolarsi dove ci sia anche soltanto un piccolo varco nel traffico. Non è rapida come la Mini Cooper SE, intendiamoci, però, con uno 0-100 km/h risolto in 8,2 secondi, pensiamo che ce ne sia a sufficienza per soddisfare le aspirazioni di qualunque cityman. In ogni caso, è molto più confortevole della Mini: le sconnessioni, comprese quelle tipiche dei centri cittadini, vengono assorbite con la massima facilità e il rumore, dovuto essenzialmente al rotolamento dei pneumatici, diventa decisamente evidente soltanto nei tratti autostradali.
Ricarica fino a 100 kW. Il buon bilanciamento dei pesi (50-50% sui due assali), il baricentro basso e lo sterzo preciso e progressivo la rendono poi particolarmente efficace quando si tratta di andare da una curva all'altra. Sport in cui questa piccola Honda elettrica, vista l'autonomia ridotta, non avrà modo di cimentarsi granché. Sì, perché, con una batteria da 35,5 kWh (nominali), non c'è molto da girarci attorno: il campo di utilizzo della "e" non può essere altro che la città e il suo hinterland. Cosa peraltro pensata e voluta dai suoi progettisti che, più che sull'autonomia, hanno puntato tutto sulla ricarica veloce per migliorare la praticità d'uso e la funzionalità della propria automobile. Un discorso pratico e coerente con quello che diventerà il mondo elettrico in un prossimo futuro, ma che, almeno qui da noi, si scontra ancora con una carenza cronica di infrastrutture. Se ci si attacca a una colonnina da 50 kW, per ripristinare l'80% della ricarica bastano 30 minuti. La vettura è anche in grado di accettare potenze di ricarica maggiori, fino a 100 kW, ma di fatto ciò non comporta vantaggi rispetto alle più diffuse stazioni fast da 50 kW: secondo la Casa giapponese, il tempo necessario per l'operazione si riduce di un solo minuto. Quanto al consumo, questa Honda non chiede più di tanto: in città percorre mediamente 5,1 km con un chilowattora, che diventano 6,3 sulle strade statali. Soffre proporzionalmente di più in autostrada, dove, pur guidando con una certa attenzione, non si va oltre i 4,6 km/kWh. Ma l'ho detto prima: non è qui che si gioca la partita.
Prova ripresa da Quattroruote di agosto 2020, n. 780
Pregi e difetti
HONDA Honda e
Honda e Advance 17
Pregi
Ambiente a bordo. Inaugura un nuovo stile, dove digitale e analogico convivono al meglio.
Ricarica. La Honda punta sulla facilità di ricarica. Con 100 kW si fa il pieno in pochi minuti.
Difetti
Autonomia. La "e" nasce per la città, però 198 chilometri restano pochi per viaggiare tranquilli.
Bagagliaio. È piccolo e lo schienale posteriore in un sol pezzo non ne migliora certo la versatilità.
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