Con il classico restyling di metà vita, la Cherokee è stata aggiornata a livello tecnologico: dalla frenata automatica d'emergenza al monitoraggio degli angoli bui con sorveglianza del traffico posteriore, dal mantenimento della corsia al regolatore di velocità, che a partire dall'allestimento Limited della prova è di serie in versione attiva. Per quanto riguarda l'infotainment, come su tutte le più recenti Jeep, c'è l'impianto multimediale Uconnect di quarta generazione con radio DAB e compatibilità con gli standard Apple CarPlay e Android Auto, in versione base da 7 pollici sul modello d'attacco Longitude e in quella da 8,4 con navigazione dalla Business in poi. A livello estetico ha ricevuto qualche affinamento, a cominciare dai gruppi ottici, ora più ampi e avvolgenti, mentre in coda il porta targa si arrampica dal paraurti al centro del portellone. A bordo c'è spazio a sufficienza per i gomiti e per la testa, sia davanti sia dietro, dove l'unico per le gambe di chi siede al centro è rappresentato dal tunnel. Nel complesso, infine, il vano bagagli è ampio e ben sfruttabile, con il divano frazionabile e scorrevole che ne aumenta la versatilità.
Come va: la Cherokee vanta un carattere rassicurante e prevedibile, come dimostrato dai nostri test di stabilità. La massa e la taratura morbida dell'assetto non contribuiscono, però, a conferire una sensazione di agilità. Buono lo sterzo, che vanta doti di precisione, prontezza e progressione, anche se il feedback è piuttosto artificiale. L'assorbimento delle sospensioni è più efficace rispetto a prima in tutte le situazioni e in assoluto buono.
Pregi: il corredo di serie delle dotazioni è molto ricco già a partire dagli allestimenti d'attacco, specie sul fronte dei sistemi di assistenza alla guida.
Difetti: sebbene il sedile sia regolabile in altezza, la posizione di guida resta sempre piuttosto elevata e il volante un po' troppo inclinato; e a livello di finiture ci si potrebbe attendere una maggior cura in quei dettagli che su una premium hanno un peso.