SUZUKI Jimny 4ª serie

Telaio a longheroni, assali rigidi, trazione integrale inseribile e marce ridotte: giunta alla quarta generazione la Jimny offre ancora tutto il necessario per cavarsela egregiamente in offroad. E' unica o quasi: non esiste, infatti, un’altra fuoristrada concentrata in poco più di tre metri e mezzo, con relativi vantaggi in termini di agilità. In ogni caso, su strada non è lecito attendersi un comportamento dinamico e composto come fosse una Suv moderna: i limiti sono piuttosto bassi e gli spazi di frenata sono lunghi. Le linee squadrate, con richiami stilistici alla progenitrice LJ10 del 1970, risultano riuscite e attraenti. Poi c'è stata una sostanziale iniezione di tecnologia, che spazia dall'infotainment (con schermo touch da 7 pollici che integra navigatore, radio Dab, connettività Bluetooth e possibbilità d'interfacciare il proprio smartphone) agli Adas di ultima generazione, come la frenata automatica d'emergenza, l'avviso del cambio involontario di corsia e il sistema di rilevamento dellla stanchezza del conducente. L’ambiente a bordo è economico, ma funzionale. La plancia resta improntata alla praticità d'uso e si presenta spartana ed essenziale, quanto all’abitabilità, bisogna scendere a compromessi fra persone e bagagli. Se si viaggia in quattro, il baule è pressoché inesistente: 23 cm di profondità. Ma basta abbattere gli schienali e si arriva a ben 830 litri dichiarati, con l’unico limite dato dalla superficie di rivestimento liscia che non trattiene il bagaglio, anche perché non sono previsti occhielli di fissaggio o reti elastiche.
Come va. La Jimny è ben attrezzata per il fuoristrada: ha angoli caratteristici molto favorevoli (37° d’attacco, 49° d’uscita e 28° di dosso), un’altezza da terra di 210 mm e la trazione integrale inseribile con marce ridotte. Non ci sono i blocchi dei differenziali, ma il controllo di trazione interviene frenando le ruote che non hanno aderenza, per trasferire la coppia su quelle in presa. L'unico limite sono le gomme all season di compromesso, con mescola e battistrada non adatti al fango, che la fanno faticare un po’ in condizioni di scarsa aderenza. Su strada, il Dna off-road emerge non appena si forza un po' la mano: lo sterzo è molto demoltiplicato e richiede angoli notevoli anche soltanto per affrontare una curva poco accentuata, gli inserimenti sono lenti e il rollio è marcato. La gommatura non aiuta, sia per la mescola sia per la dimensione, nemmeno in frenata, con gli spazi d'arresto che ne risentono.
Pregi: le dimensioni compatte e l'angolo di sterzo favoriscono l'agilità nel traffico cittadino. In off-road ha doti notevoli, con l'unico limite delle gomme (di compromesso) di primo equipaggiamento
Difetti: l'impianto misto dischi/tamburi (sfavorito dalle gomme all season) non riesce a garantire spazi d'arresto contenuti. Il baule ha un volume quasi nullo e il rivestimento scivoloso che non trattiene i bagagli.