La Skoda Kamiq, la più piccola delle Suv boeme, guadagna un look più moderno con il recente restyling: calandra più grande e a contrasto, gruppi ottici anteriori ridisegnati. L’abitacolo è ricco di soluzioni pratiche e dalla qualità elevata: curati i materiali, al tatto e alla vista, con accoppiamenti precisi e tanta cura per i dettagli, come i portaoggetti con rivestimento antirumore. Il restyling porta in dote anche un po’ di tecnologia in più, con l’infotainment da 8,25” di serie abbinato alla strumentazione digitale da 8” (il Virtual Cockpit da 10,25 pollici con grafiche personalizzabili è optional). Di serie la connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. La Kamiq è realizzata sulla piattaforma Mqb-A0, la stessa di Seat Arona e Volkswagen T-Cross, ma la carrozzeria e il passo sono più lunghi, a vantaggio delle gambe di chi siede dietro: l’abitabilità posteriore è da record, almeno nel segmento delle B-Suv. Il bagagliaio ha una capacità di 334 litri misurati dal Centro prove, la stessa della cugina Arona, ha una forma regolare ed è ben sfruttabile.
Come va. Col restyling, la Kamiq aggiorna anche le motorizzazioni: in gamma ci sono solo motori a benzina, da 95 a 110 CV, quest’ultimo abbinabile all’ottimo cambio Dsg. Il 1.0 tre cilindri è un motore silenzioso, senza vibrazioni e molto elastico, divertente da guidare senza eccessi. La Suv boema si conferma una vettura a tutto tondo, adatta ai viaggi (grazie alla buona capacità di assorbimento delle sospensioni) quanto al commuting in città, dove si rivela agile e scattante. Buoni i consumi rilevati dal nostro centro prove, che registrano una percorrenza media di 14,7 km con un litro di benzina. L’impianto frenante è efficace sull’asciutto e resiste bene sotto sforzo, ma sui fondi a bassa aderenza gli spazi si allungano un po’. Di serie il cruise control, la frenata d’emergenza e l’assistente al mantenimento di corsia; su richiesta, nel pacchetto Travel Assist, la guida assistita di livello 2, rara in questo segmento di vetture.