Quando ci troviamo di fronte a una persona ferita o in stato critico, ogni secondo conta. La sequenza AcBCD-E è un metodo standardizzato che guida i soccorritori e i professionisti sanitari nella gestione delle emergenze. Questo protocollo di primo soccorso permette di valutare e affrontare le condizioni più gravi nell’ordine giusto, evitando che si trascurino problemi che possono risultare fatali.
Il metodo nasce dall’esperienza clinica e dalla necessità di fornire un sistema chiaro, applicabile in qualsiasi contesto e da parte di personale con diversi livelli di formazione. La sigla indica cinque passaggi sequenziali:
Ogni lettera corrisponde a una fase della valutazione primaria del paziente, dove si identificano e si trattano immediatamente le minacce alla sopravvivenza.
La sequenza AcBCD-E prende il nome dalle iniziali in lingua inglese delle funzioni vitali da valutare. Seguire questo ordine preciso stabilisce una gerarchia delle priorità basata su ciò che può causare la morte più rapidamente. Ogni fase ha caratteristiche specifiche e richiede azioni immediate quando si rilevano problemi.
Il primo passo riguarda la verifica che la persona possa respirare liberamente. Un’ostruzione delle vie aeree porta all’ipossia in pochi minuti, rendendo questa la priorità assoluta. Durante questa fase occorre controllare se ci sono corpi estranei, sangue, vomito o gonfiori che impediscono il passaggio dell’aria. Nei pazienti coscienti si può semplicemente chiedere di parlare: se si riesce a rispondere con chiarezza, le vie aeree sono pervie.
Se si sospetta un trauma alla testa, al collo o alla colonna vertebrale, bisogna mantenere la stabilizzazione del rachide cervicale durante tutte le manovre. Questo significa evitare movimenti bruschi del capo e usare tecniche come la sublussazione mandibolare invece della classica iperestensione del collo.
Dopo essersi assicurati che le vie aeree siano aperte, occorre valutare se la respirazione è adeguata. Osservare il movimento del torace, ascoltare i rumori respiratori e controllare la frequenza sono azioni semplici ma decisive. Alcuni traumi possono compromettere la ventilazione: pneumotorace, emotorace o lesioni alla gabbia toracica richiedono interventi immediati.
La valutazione prevede il riconoscimento di segni come la cianosi, l’uso dei muscoli accessori della respirazione o movimenti paradossi del torace. In presenza di respiro assente o inadeguato, le manovre salvavita prevedono la ventilazione assistita.
Il terzo passaggio esamina lo stato circolatorio. Un’emorragia massiva o uno shock non trattato porta rapidamente all’arresto cardiaco. Si controllano i polsi periferici e centrali, la colorazione della pelle, il tempo di riempimento capillare e la pressione arteriosa quando possibile.
Le emorragie esterne vanno fermate con pressione diretta o, nei casi estremi, sugli arti con laccio emostatico. Anche le emorragie interne costituiscono un pericolo grave, ma la loro identificazione richiede strumenti diagnostici più avanzati.
La valutazione neurologica rapida permette di identificare lesioni cerebrali o del midollo spinale. Si utilizza comunemente la Scala di Glasgow per quantificare il livello di coscienza, verificando l’apertura degli occhi, la risposta verbale e quella motoria. Una persona con punteggio inferiore a 8 necessita di assistenza avanzata delle vie aeree.
Si controllano anche le pupille, la loro simmetria e la reattività alla luce. Un paziente confuso, agitato o con deficit neurologici evidenti richiede un monitoraggio continuo e il trasferimento urgente in strutture specializzate.
Exposure/Environmental control: esposizione e ambiente circostante
L’ultima fase della sequenza AcBCD-E prevede l’esposizione completa del paziente per identificare tutte le lesioni. Ferite, fratture, ematomi o oggetti penetranti possono rimanere nascosti sotto gli abiti e sfuggire alla prima osservazione.
La rimozione degli indumenti va fatta con attenzione per non peggiorare traumi esistenti. Contemporaneamente occorre prevenire l’ipotermia, che aggrava lo shock e riduce la coagulazione. Coprire il paziente con teli termici e mantenere l'ambiente caldo sono misure essenziali.
L’applicazione del metodo richiede addestramento specifico ma segue sempre lo stesso schema. Nei contesti sanitari avanzati, un team coordina le azioni mentre nei soccorsi extraospedalieri un singolo operatore deve spesso gestire tutte le fasi.
Il protocollo di primo soccorso non è rigido: se durante una fase si identifica un problema mortale, l'intervento deve essere immediato. Per esempio, se durante la valutazione respiratoria si nota un'emorragia arteriosa, la priorità diventa fermare il sanguinamento.
La sequenza va ripetuta ciclicamente. Dopo il primo giro completo, si torna a verificare le vie aeree, poi la respirazione e così via. Le condizioni del paziente possono cambiare rapidamente e un problema precedentemente assente può manifestarsi nei minuti successivi.
Molti confondono questi due termini, ma hanno scopi diversi. Il BLS basic life support è un insieme di manovre salvavita destinate alla popolazione generale e ai soccorritori di primo livello. Si concentra sulla rianimazione cardiopolmonare in caso di arresto cardiaco, utilizzando compressioni toraciche e ventilazioni.
La sequenza AcBCD-E è invece un protocollo più ampio, utilizzato dai professionisti sanitari per la valutazione primaria del paziente in traumi ed emergenze mediche. Non si limita all’arresto cardiaco ma copre tutte le condizioni potenzialmente letali, dalla pervietà delle vie aeree allo shock emorragico.
Il BLS basic life support prevede una sequenza che inizia con le compressioni toraciche (CAB: Circulation, Airway, Breathing) mentre la valutazione traumatologica mantiene la priorità sulle vie aeree con protezione cervicale. Questa distinzione riflette contesti e obiettivi differenti.
Il protocollo trova applicazione principalmente nei traumi, dove lesioni multiple richiedono una valutazione primaria del paziente sistematica. Gli incidenti stradali, le cadute, gli schiacciamenti, le ferite da arma bianca o da fuoco sono situazioni tipiche in cui i soccorritori applicano questa sequenza.
Anche alcune emergenze mediche possono beneficiare di questo metodo. Un paziente con difficoltà respiratoria grave, con stato di coscienza alterato o in shock può essere valutato seguendo lo stesso schema, adattando gli interventi alla causa sottostante. La sequenza viene insegnata nei corsi ATLS (Advanced Trauma Life Support) per i medici e negli equivalenti per infermieri e paramedici.
Per applicare efficacemente la sequenza AcBCD-E serve una formazione strutturata. I corsi BLS basic life support insegnano le basi della rianimazione, rivolgendosi a chiunque voglia acquisire competenze salvavita. Il personale sanitario professionale segue percorsi più avanzati come il PHTLS (Prehospital Trauma Life Support) per paramedici e infermieri d’emergenza, mentre l’ATLS è specifico per medici. Una preparazione adeguata dell'automobilista contribuisce direttamente a salvare vite umane.
La gestione delle emergenze sanitarie è regolata da precise norme. L'articolo 593 del Codice Penale sanziona l'omissione di soccorso: chiunque trovi una persona in pericolo ha l'obbligo di prestare aiuto o di attivare i soccorsi. Il Codice della Strada, all'articolo 189, stabilisce obblighi specifici in caso di incidente stradale. Fermarsi, prestare assistenza immediata e chiamare i soccorsi sono comportamenti obbligatori, la cui violazione comporta sanzioni penali e amministrative.
I protocolli internazionali come quelli dell'ATLS forniscono le basi tecniche per la formazione. In Italia, il 118 coordina i soccorsi extraospedalieri seguendo linee guida basate su questi standard.
EMERGENZA: Chiama sempre il 118
Numero Unico Emergenze: 112
Per approfondire:
Corsi di primo soccorso certificati - Croce Rossa Italiana
Le informazioni contenute in questo articolo hanno valore esclusivamente informativo e non sostituiscono la formazione professionale certificata in materia di primo soccorso. In caso di emergenza, contattare sempre il 118 e seguire le istruzioni degli operatori qualificati. Qualsiasi intervento diretto su persone ferite deve essere effettuato solo se si possiedono le competenze adeguate acquisite attraverso corsi certificati.
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