Quando si verifica un sinistro, la tempestività della segnalazione incidenti può determinare l'esito dell’intervento sanitario. Eppure molti automobilisti non conoscono la procedura segnalazione corretta, quali informazioni trasmettere alla centrale operativa e come gestire la comunicazione soccorsi in modo efficace. Le statistiche mostrano che errori nella fase di allertamento ritardano l'arrivo dei mezzi di emergenza e compromettono la sopravvivenza dei feriti. Questa guida fornisce indicazioni concrete su come comportarsi.
La prima azione non è correre verso il veicolo incidentato, ma fermarsi a osservare. Veicoli in fiamme, perdite di carburante, cavi elettrici abbattuti, traffico in arrivo: ogni elemento va identificato rapidamente.
In autostrada o su strade ad alta percorrenza, il rischio di impatti secondari è elevato. Chi si ferma deve valutare se può avvicinarsi senza diventare a propria volta una vittima. Se la situazione è troppo pericolosa, la segnalazione incidenti va effettuata da posizione protetta, senza tentare di raggiungere i feriti.
Una volta accertato che l’avvicinamento è possibile, occorre rendere visibile l’incidente. Le quattro frecce vanno accese immediatamente. Il giubbotto ad alta visibilità deve essere indossato prima di scendere dal veicolo. Il triangolo va collocato a una distanza sufficiente per consentire agli altri conducenti di rallentare in tempo: 50 metri sulle strade ordinarie, oltre 100 metri in autostrada. Questa sequenza protegge chi presta soccorso e riduce il rischio di tamponamenti a catena. La segnalazione visiva anticipa l’arrivo dei mezzi di emergenza e facilita il lavoro dei soccorritori.
Il numero di emergenza da comporre è il 118, dedicato alle urgenze sanitarie. In alternativa, il 112 è il Numero Unico Europeo, attivo su tutto il territorio nazionale. La chiamata va effettuata non appena la scena è stata messa in sicurezza. Ritardare questo passaggio per occuparsi di altre incombenze è un errore frequente. La centrale operativa deve essere allertata subito, perché i minuti contano. Durante la chiamata, l’operatore pone domande specifiche per determinare il livello di gravità e decidere quali mezzi inviare.
La comunicazione soccorsi richiede precisione. La prima informazione da fornire è la posizione: nome della strada, chilometro autostradale, località, punti di riferimento visibili. Molte chiamate si perdono in descrizioni vaghe che costringono l’operatore a fare domande ripetute. Dopo la posizione, va indicato quante persone sono coinvolte. Questo dato permette alla centrale di dimensionare l’intervento.
Le condizioni dei feriti vanno descritte per quello che si osserva: coscienza, capacità di rispondere, presenza di emorragie visibili, difficoltà respiratorie. L’operatore può chiedere se ci sono veicoli pesanti, merci pericolose, bambini o anziani tra i coinvolti. Rispondere con esattezza, senza inventare dettagli, è fondamentale. Se non si conosce un’informazione, va detto chiaramente. La chiamata non deve essere chiusa fino a quando l’operatore non lo autorizza. In alcuni casi, fornisce istruzioni su come assistere i feriti durante l’attesa.
Il tempo che trascorre tra la chiamata e l’arrivo dell’ambulanza va gestito con prudenza. Se una persona è cosciente e risponde alle domande, significa che respira e che il cuore funziona. Spostarla senza motivo può causare lesioni alla colonna vertebrale o aggravare traumi interni.
L’unico caso in cui è necessario allontanare un ferito è la presenza di pericolo immediato: incendio, rischio di esplosione, crollo imminente. In tutte le altre situazioni, è preferibile attendere il personale sanitario. Coprire la persona con una giacca o una coperta riduce la dispersione di calore, utile soprattutto in presenza di shock.
Parlare con calma, senza drammatizzare, aiuta a contenere l’ansia. Basta dire che i soccorsi sono stati chiamati e che stanno arrivando.
Alcuni errori si ripetono con frequenza. Il primo è non riuscire a indicare la posizione con precisione. Strade provinciali poco segnalate, assenza di cartelli chilometrici, confusione del momento: tutto contribuisce a perdere tempo prezioso. Chi effettua la chiamata deve fare lo sforzo di guardare i riferimenti disponibili.
Il secondo errore è interrompere la conversazione prima che l’operatore abbia raccolto tutti i dati. La centrale sta coordinando mezzi e personale, non può permettersi informazioni incomplete. Il terzo errore è fornire dati inventati o esagerati. Dire che ci sono feriti gravi quando non lo sono, o viceversa, porta a decisioni sbagliate da parte della centrale operativa.
In alcune circostanze, oltre ai sanitari, serve l’intervento della polizia stradale o dei carabinieri. Se anche una sola persona lamenta dolore, vertigini, difficoltà motorie, la presenza delle autorità è obbligatoria. Lo stesso vale quando i conducenti non concordano sulla ricostruzione o quando mancano documenti regolari. I danni a guard-rail, segnaletica stradale o edifici pubblici richiedono un verbale ufficiale. La segnalazione dell’incidente alle forze dell’ordine tutela tutte le parti coinvolte e garantisce la corretta applicazione delle norme.
L’articolo 189 del Codice della Strada impone l’obbligo di fermarsi, prestare assistenza e segnalare l'accaduto. L'articolo 593 del Codice Penale punisce l'omissione di soccorso, anche da parte di semplici testimoni. Chi non presta aiuto quando può farlo senza rischio personale rischia sanzioni penali, aggravate se la vittima è minorenne, anziana o in condizioni di particolare vulnerabilità.
Quando il sinistro coinvolge un motociclista, un ciclista o un pedone, serve cautela estrema. Anche senza ferite visibili, i traumi al capo o alla colonna vertebrale sono frequenti. Rimuovere il casco senza competenze specifiche può causare danni irreparabili. Sollevare o spostare la persona, se non strettamente necessario, aggrava la situazione.
La comunicazione soccorsi deve specificare subito che è coinvolto un utente vulnerabile, così la centrale invia mezzi adeguati. Nel caso di bambini o anziani, il monitoraggio richiede attenzione particolare. Osservare il respiro, la colorazione della pelle e la reattività fornisce informazioni utili da trasmettere durante la chiamata.
Guanti monouso, garze sterili, cerotti, disinfettante e soluzione fisiologica permettono interventi elementari. Una coperta termica pesa pochi grammi e protegge dalla dispersione di calore. Una torcia con batterie di riserva serve di notte o in galleria. Non occorre trasformare il bagagliaio in un’infermeria mobile, ma l’essenziale può fare la differenza nell’attesa dei soccorsi.
I corsi di primo soccorso certificati insegnano a riconoscere le situazioni critiche e a reagire in modo corretto. I programmi BLS (Basic Life Support) preparano a gestire arresto cardiaco, ostruzione delle vie aeree, emorragie. La Croce Rossa Italiana e altri enti accreditati offrono percorsi formativi di poche ore, accessibili a chiunque. Le competenze acquisite restano nel tempo e possono essere utilizzate anche in contesti diversi dalla strada. Frequentare aggiornamenti periodici mantiene fresche le nozioni e permette di apprendere nuove tecniche. La differenza tra chi ha seguito un corso e chi improvvisa è evidente nelle emergenze reali.
EMERGENZA SANITARIA
118
NUMERO UNICO EMERGENZE
112
POLIZIA STRADALE
113
Questi numeri vanno salvati nel telefono o memorizzati. In caso di dubbio su quale chiamare, il 112 smista automaticamente verso il servizio più adatto.
Formazione certificata
Croce Rossa Italiana, Corsi di primo soccorso: https://cri.it/cosa-facciamo/tutela-della-salute/formazione/
Le informazioni contenute in questo articolo hanno valore esclusivamente informativo e non sostituiscono la formazione professionale certificata in materia di primo soccorso. In caso di emergenza, contattare sempre il 118 e seguire le istruzioni degli operatori qualificati. Qualsiasi intervento diretto su persone ferite deve essere effettuato solo se si possiedono le competenze adeguate acquisite attraverso corsi certificati.
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