La base tecnica (la piattaforma E-Gmp del gruppo coreano) è la stessa della Ioniq 5, ma la Hyundai Ioniq 6 ha tutt’altro carattere, da berlina coupé sportiva. “Streamliner”, come la definiscono i designer della Casa, con linee e forme forme capaci di fendere l'aria. Lunga 486 cm, larga 196 e alta 150, ha un generoso passo di 295 cm: nonostante l’andamento curvilineo del padiglione che toglie un po’ di aria sopra la testa, a bordo c’è spazio in abbondanza, specialmente per le gambe. Buona la produzione complessiva, con componenti interne assemblate con attenzione e materiali di buona qualità. Lo stile è quello, minimale e pulito, della Ioniq 5, con il doppio schermo per strumentazione e infotainment. Un po' meno funzionali alcuni comandi: i pannelli porta a effetto hanno imposto la migrazione di molti pulsanti in posizioni più infelici, come quelli dei finestrini nel tunnel centrale. Il bagagliaio ha una capacità di 349 litri, misurati dal Centro prove: rispetto alla Ioniq 5 si paga però l’assenza del portellone e il fatto che il divano posteriore non sia scorrevole. Poco pratico il frunk anteriore da 15 litri.
Come va. Lo schema a skateboard con batteria al centro della Ioniq 6 prevede due taglie di batteria (53 o 77 kWh) e tre powertrain: a singolo motore posteriore da 111 kW (151 CV) o 168 kW (229 CV), oppure dual motor da 239 kW (325 CV) e trazione integrale. L’efficiente architettura a 800V permette di ricaricare alle colonnine ad alta potenza con picchi fino a 350 kW. Discreta l’efficienza complessiva del powertrain: il Centro prove ha rilevato una percorrenza media, con le batterie di maggiori dimensioni, di 346 km, che diventano 438 in città, e 329 in autostrada. Il corpo vettura ben piantato a terra e una ripartizione delle masse estremamente omogenea sui due assi sono un invito al bel guidare, tra le curve. Rispetto alla Ioniq 5, la Ioniq 6 si rivela più reattiva e precisa, anche senza sconfinare nella sportività pura. Il confort generale rimane di notevole spessore, anche in termini di silenziosità.