La Seat Tarraco è una Suv di taglia grande (4,74 metri da un paraurti all’altro), capace di dare accoglienza a sette persone. Condivide la piattaforma Mqb-A a passo lungo con le cugine Skoda Kodiaq e Volkswagen Tiguan Allspace, con le quali ha in comune anche la qualità costruttiva e la razionalità dell’abitacolo, punto di forza (baule incluso) della vettura. La gamma motori parte da un 1.5 TSI da 150 CV, mentre il turbobenzina più potente è il due litri da 190 CV, abbinato alla trazione integrale. Sul fronte turbodiesel si trova il 2.0 TDI da 150 o 200 CV (il 4Drive, anche in questo caso, è riservato alla più potente). Non manca una versione Phev, con la batteria ricaricabile, la 1.4 e-Hybrid che arriva a 245 CV complessivi. La Tarraco convince per il confort di marcia e l’abitabilità. Dietro, si viaggia addirittura in business: la zona posteriore è molto generosa, prevede la climatizzazione con temperatura dedicata e tavolini in stile aeronautico per far giocare o mangiare i bimbi al seguito. Chi guida beneficia di una plancia che privilegia la razionalità allo stile: tutto è ben raggiungibile e al posto giusto, ma non ci sono effetti speciali. A parte il Virtual cockpit, di serie su tutta la gamma, per informarsi senza distrazioni. Completo, infine, l’infotainment con schermo touch da 8", che oltre alla navigazione, alla radio Dab e alla gestione selettiva della climatizzazione aggiunge piena compatibilità con gli smartphone (Apple, Android e MirrorLink) e schermate dedicate all’off-road o alla guida eco. Quanto alla terza fila di sedili, i due posti aggiuntivi, optional, sono annegati nel piano di carico ed entrano in azione quando si solleva un nastro. Lo spazio longitudinale è fra i più elevati della categoria, ma in altezza cede qualche centimetro: un adulto di taglia media tocca il padiglione con la testa, mentre due bambini trovano posto molto comodamente. Il baule è l’altro punto di forza: con il portellone automatico di serie, offre una cubatura di 595 litri effettivi in configurazione a cinque posti, mentre in sette avanzano comunque 175 litri. Il divano centrale è scorrevole e il sedile anteriore destro può essere reclinato in avanti.
Come va. La spaziosità dell’abitacolo viaggia a braccetto con un confort di notevole spessore. Della Tarraco si apprezza infatti la raffinata taratura delle sospensioni, che filtrano con maestria ogni tipo di disturbo sull’asfalto. Un assorbimento di qualità, percepibile anche nella zona posteriore solitamente penalizzata, che però non si traduce in una vettura eccessivamente morbida e dunque fastidiosa. A questo si aggiunge una curata insonorizzazione, che rende l’abitacolo silenzioso. Soltanto ad andature elevate compare qualche inevitabile fruscìo aerodinamico. Abbiamo provato la versione turbodiesel da 150 CV, che fa il suo dovere. Bisogna soltanto darsi un po' da fare con il cambio manuale: perché se i primi tre rapporti sono ravvicinati (a beneficio dello scatto da 0 a 100, chiuso in 9,6 secondi), la quinta e la sesta lunghe fanno sì che le riprese siano un po’ fiacche, costringendo spesso a scalare. I consumi, dal canto loro, sono più che discreti: 14,6 km/litro in media. La Tarraco, nel complesso, vanta un buon quadro dinamico: ottima la frenata, con spazi d’arresto molto contenuti su qualsiasi fondo e una notevole resistenza. Lo sterzo è pronto, progressivo e con un buon feedback. A livello dinamico, poi, la Suv iberica è stabile e sicura. Peccato soltanto che l’Esp troppo invasivo comprometta la direzionalità nei cambi di corsia sul bagnato; nessun problema, invece, sull’asciutto.
Pregi. Abitabilità notevole, perfetta per viaggiare. Dotazione di serie ricca, anche nel caso degli allestimenti d'accesso, in relazione al prezzo.
Difetti. Interventi dell’Esp piuttosto invadenti sul bagnato. Ripresa un po’ lenta in sesta.