SEAT Ateca

La Seat Ateca è la Suv spagnola che condivide la base della Volkswagen Tiguan e si è rinnovata nel 2020 aggiornando la famiglia di motori e introducendo molte tecnologie di ultima generazione. Il frontale richiama quello della Leon, ma è come se fosse stato ridisegnato in un’altra dimensione. A bordo, l’ambiente, più in stile teutonico che latino, resta comunque accogliente. Si sta seduti in alto, ma non troppo, con le gambe semidistese e il volante non eccessivamente inclinato. In definitiva, una posizione più da sportiva che da Suv, sottolineata dal tunnel alto, dal quale spunta una leva del cambio più corta del solito. La manopola del Driving experience permette di scegliere tra sei diversi profili di guida: quattro per la marcia su strada, Normal, Sport, Eco e Individual, e due per quella su fondi sdrucciolevoli o particolarmente difficili (Snow e Off Road). Gli altri comandi sono raggruppati in modo ordinato sulla console, dove spicca lo schermo touch da 8” del sistema multimediale. A proposito di spazio, l’Ateca è sì compatta, ma, rispetto ad altre rivali di taglia anche più grande, garantisce un margine notevole per le ginocchia e per la testa di chi si accomoda sul divano. Infine, il bagagliaio risulta già capiente sulla versione integrale, mentre su quelle a trazione anteriore guadagna una trentina di litri (per un totale di 450). Senza dover rinunciare al ruotino di scorta. La nuova gamma motori dell’Ateca rinuncia alle versioni TDI 1.6 da 115 CV e 2.0 da 190 CV: la prima, sostituita da una 2.0 litri da 115 CV con cambio manuale, mentre la seconda lascia all'unità da 150 CV il posizionamento al vertice tra i turbodiesel. Nello specifico, il 2.0 litri TDI si avvale di un nuovo sistema SCR e della doppia iniezione di urea per contenere le emissioni inquinanti. Il repertorio delle unità a benzina TSI è sempre composto dal tre cilindri 1.0 da 115 CV, dall'1.5 da 150 CV con disattivazione di due cilindri ai carichi parziali e dal 2.0 litri da 190 CV.
Come va. Abbiamo provato la 1.0 EcoTSI, spinta da un tre cilindri ben isolato ed equilibrato, capace di rispondere a tono anche ai bassi regimi: per marciare con brio senza consumare troppo, basta mettere in fila le marce, sui 2.500 giri. Tirando le marce, l’Ateca rivela un carattere brillante, anche perché il motore gira volentieri in alto. La ripresa in sesta, invece, non è il suo pezzo forte, neppure in autostrada. La Suv spagnola non è molto pesante, e questo le giova, sia per il piacere di guida sia per quanto riguarda i consumi (buoni, soprattutto in città, dove si percorrono più di 14 km/l). Al volante si può contare su una posizione di guida comoda, con il sedile piuttosto rigido che sostiene bene il busto. In marcia la visibilità è buona: soltanto i montanti anteriori, un po’ spessi e inclinati, possono limitare un filo la visuale in curva. Quanto al confort, le sospensioni filtrano bene le irregolarità davanti, mentre chi siede dietro deve mettere in conto qualche reazione un po’ brusca: da notare che l’Ateca a trazione anteriore adotta al retrotreno un semplice schema a ruote interconnesse, al posto del multilink previsto sulle versioni a trazione integrale.
Pregi. Abitabilità: anche i più alti viaggiano bene, davanti e dietro. Prestazioni apprezzabili, pure nel fuoristrada.
Difetti. Prezzo impegnativo per l'accoppiata diesel e trazione integrale. Per risparmiare, meglio puntare su 2WD o versioni benzina. Nei test ad alta velocità, l’Esp interviene in ritardo, lasciando un po’ troppo libero il retrotreno.