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Quattroruote
Suzuki Swift vs Toyota Yaris
Il teatro è quello cittadino, col suo traffico caotico, i tanti “trabocchetti” e le difficoltà nel trovare parcheggio. Sulla scena, due modelli “urban”, entrambi giapponesi ed entrambi ibridi, seppure in modo assai diverso. Parliamo della Suzuki Swift 1.0 Boosterjet Hybrid S e della regina delle utilitarie a due motori, ossia la Toyota Yaris 1.5 Hybrid in allestimento Y20 Bitone. Due schemi diversi, poiché la Suzuki è un “mild”, mentre la Toyota è un full hybrid: la prima abbina al mille tre cilindri turbobenzina un piccolo motogeneratore elettrico da soli 4,3 CV (ma da 50 Nm), che serve da supporto al termico. La Toyota, invece, sfrutta un sistema ultracollaudato e più complesso, che all’1.5 benzina aspirato associa un’unità elettrica da 61 CV. Ognuno dà il meglio in condizioni differenti: extraurbano e città. Ora non resta che svelarvi i numeri.
Sotto i quattro metri. Anche la taglia gioca il suo ruolo, quando bisogna sgusciare tra una coda e l’altra o riuscire a parcheggiare dove parrebbe arduo. Infatti, se la Yaris non arriva a quattro metri (è lunga 3,95), la Swift si ferma addirittura a 3,84, per attirare chi è propenso ad acquistare una segmento B, ma il meno ingombrante possibile. Alle insidie dei centri storici, le due giapponesine rispondono con un’adeguata dotazione di sistemi di sicurezza: in comune, infatti, hanno la frenata automatica, l’avviso di superamento corsia e gli abbaglianti automatici. La Swift S aggiunge, ed è una chicca, il cruise control attivo di serie, utile più che altro sui percorsi extraurbani, mentre la Yaris dispone del riconoscimento della segnaletica stradale.
Suzuki più vivace. Ma è il momento di metterci al volante. La Suzuki è un peso piuma: 1.030 chili in condizioni di prova, un vantaggio in termini di guidabilità. La Swift, infatti, è una di quelle auto che ti segue subito. Con il suo mild hybrid supporta il turbobenzina in più fasi, come quella di attivazione dell’efficace Start&Stop. Nella guida normale, però, l’aiutino elettrico è poco avvertibile, se non sotto forma di uno spunto un filo più pronto all’acceleratore. Il mille tre cilindri, poi, è di quelli pimpanti: risponde bene sin dai 1.500 giri e spinge pure dopo i 5.000. Infatti le prestazioni sono molto brillanti, come dimostra lo 0-100 km/h in soli 9,6 secondi. E anche il cinque marce manuale contribuisce con innesti corti e poco contrastati alla gradevolezza della Swift. Che, per contro, si dimostra piuttosto rigida, soprattutto dietro. Ben diversa la Yaris, che può muoversi pure senza ricorrere al motore termico. L’ibrido “full”, però, si fa sentire sulla bilancia, che segna una massa di 12 quintali e mezzo. Così il feeling al volante non è lo stesso, anche se l’auto resta gradevole in città: la spinta abbinata del termico e dell’elettrico è corposa, ma l’obiettivo, qui, non sono le prestazioni (per lo 0-100 occorrono oltre 13 secondi). La Yaris va guidata in modo attento, lineare, così si finisce per viaggiare in elettrico, più di quanto non si creda. Perché il benzina muove le ruote anteriori e, spesso, ricarica la batteria, pronta poi ad aiutare nella trazione. La Toyota è molto facile da gestire, anche per via della trasmissione automatica e-Cvt. È questa una delle carte in più dell’ibrido Toyota: finché non si chiede tutto al powertrain, la giap sa essere fluida, gradevole. Poi il motore termico sale molto di giri e la rumorosità aumenta. Basta alleggerire un po’ il gas e il gioco è fatto.
Prova su strada ripresa da Quattroruote di giugno n. 766
Swift 1.0 Boosterjet Hybrid S
L'1.0 turbo in versione mild hybrid è vivace e beve molto poco.
Le plastiche sono poco appaganti: qui c'è margine per migliorare.
Yaris 1.5 Hybrid 5p. Y20 Bitone
Consumi davvero irrisori in ambito urbano.
Quando si chiede tutto al full hybrid, la rumorosità aumenta.
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