
Range Rover
Come va. La Range Rover, in ogni caso, è velluto puro. L’abbiamo provata con il V8, che si avvia con un sibilo e si stabilizza subito a un battito regolare, lasciando intuire ciò di cui è capace. Per la Range Rover P530, i suoi due turbocompressori e i 530 cavalli, la transizione ecologica non sembra esistere. L’incedere è regale, a qualsiasi velocità. Si viaggia in una bolla d’eleganza e silenzio, con i rumori del mondo (e i decibel generati dall’aerodinamica e dal rotolamento dei grossi pneumatici da 23”) che rimangono fuori. La capacità con cui questa Range unisce cattiveria e dolcezza è semplicemente unica, come la prontezza dell’otto cilindri a V: basta sfiorare il pedale destro per essere proiettati in avanti con una veemenza che non t’aspetteresti, condita con una colonna sonora perfettamente adeguata. La quinta generazione della Range Rover riesce a nobilitare anche il gasolio: un tremila turbodiesel mild hybrid rotondo da 350 cavalli, pieno di coppia proprio dove serve (700 Nm disponibili fra i 1.500 e i 3.000 giri) e capace di trainare, per capirci, un rimorchio da ben 3.500 chili. Mai rumoroso, questo sei cilindri allunga volentieri e lavora bene – proprio come il V8 – con il cambio automatico a 8 rapporti: morbido ma veloce nei passaggi marcia, sia quando si trotterella sia quando si ha più fretta del solito. Certo non è un fuscello, la Range. Al di là dei suoi 5,05 metri di lunghezza (una ventina di centimetri in più per la versione a passo lungo) e dello strabordante corredo tecnologico per tenere sotto controllo i movimenti della vettura – sospensioni pneumatiche, modalità di guida, barre antirollio attive – la massa supera di slancio le due tonnellate e si fa sentire quando le curve diventano quelle di un passo di montagna: inutile esagerare, insomma. Nonostante la presenza delle ruote posteriori sterzanti (che facilitano le manovre negli spazi stretti), lo sterzo non ha quella prontezza tipica di alcune rivali dotate anch’esse del sistema di sterzata integrale ma, a conti fatti, è il comando che ci si aspetta su una macchina così. Quando l’asfalto finisce, arriva il momento di “giocare” con la manopolina del Terrain Response e capire fin dove ci si può spingere con un mezzo così. Che, come sempre, sorprende. E ti aiuta tantissimo: trazione integrale con bloccaggio di differenziale centrale e posteriore, controllo velocità in discesa e perfino in salita, per affrontare le pendenze più impervie anche con semplici pneumatici M+S. Ma anche programmi di guida dedicati a sabbia, terra, rocce, fango e guadi (alti fino a 90 centimetri) e telecamere per sapere sempre con grande precisione dove si mettono le ruote. Anche chi è a digiuno di fuoristrada potrebbe cavarsela senza faticare troppo, in situazioni che, almeno all’apparenza, di facile hanno ben poco.
Pregi. L'atmosfera, a bordo, è semplicemente unica: la sontuosità degli interni trascende le categorie tipiche di un abitacolo, per abbracciare quelle di una lounge. Ciò si sposa con lo stile e l'eleganza senza tempo della carrozzeria, che ancora una volta si aggiorna in perfetto equilibrio fra tradizione e contemporaneità.
Difetti. La massa molto elevata si fa sentire sotto il profilo sia dell'handling sia, soprattutto, della frenata, che è caratterizzata da spazi d'arresto un po' lunghi. Inoltre, l'impianto multimediale ha logiche di utilizzo non sempre cristalline, giudizio che vale anche per la strumentazione: passare da un layout all'altro è complesso.