La ricarica di un’auto elettrica avviene immettendo energia nella batteria di trazione attraverso appositi cavi che collegano una colonnina o una wall box domestica alla “presa” dell’auto. L’energia utilizzata per la ricarica ha, ovviamente, un costo che, oltre a dipendere dalla quantità di energia utilizzata, dipende da alcune altre variabili:
In generale, la ricarica pubblica ha un costo superiore a quella privata;
Il mercato dell’energia è libero e dunque ogni fornitore può applicare la sua tariffa;
Gli abbonamenti con un fornitore di energia prevedono sempre tariffe più basse rispetto a quelle a consumo con lo stesso fornitore;
All’aumentare della velocità di ricarica diminuisce il tempo necessario ma aumenta il costo unitario dell’energia;
Da tutto ciò si comprende perché il “prezzo” dell’energia non sia - né possa essere - normalmente visibile, come invece accade per benzina e gasolio, il cui costo al litro è indicato a caratteri cubitali all’ingresso di ogni distributore su strada.
A ciò si aggiunga il fatto che la quantità di energia necessaria a ricaricare la batteria di macchina elettrica è un concetto ancora inafferrabile per la maggior parte delle persone che non usano una Bev, al contrario di quanto accade con l’intuitivo concetto di volume (serbatoio) da riempire con i litri di carburante.
A questo proposito, può essere utile sapere che la capacità della batteria di un’auto elettrica è la principale caratteristica di questo tipo di vetture ed è espressa in kWh, mentre la potenza erogata da una colonnina è espressa in kW (ma c’è un’altra caratteristica dell’auto da tenere a mente, ossia la potenza massima, espressa in kW, di ricarica della batteria nelle due situazioni di corrente alternata - wall box o colonnine lente - e corrente continua, ossia colonnine veloci o Hpc).
Da queste caratteristiche è facilmente ricavabile la quantità di energia necessaria per la ricarica, in base all’energia residua contenuta nella batteria, e, quindi, il relativo costo. E anche il tempo necessario per effettuare l’operazione in base al tipo di colonnina utilizzato.
Resta il fatto che associare una percorrenza a una somma da pagare, come accade con le auto a benzina o a gasolio, è più complicato nel caso di una macchina elettrica.
Negli ultimi anni il prezzo dell’energia elettrica ha subito forti rincari, al punto da dissuadere molte persone che si stavano orientando verso questa tecnologia dal fare il grande salto in attesa di tempi migliori e tecnologie più mature.
Questi rincari, in alcuni casi accompagnati, nella primavera del 2024, dalla scelta drastica di alcuni fornitori di cancellare o ridimensionare abbonamenti e piani tariffari, hanno fortemente disorientato clienti e consumatori rendendo ancor più inafferrabile il reale costo d’esercizio dell’auto elettrica, fortemente dipendente dal costo della ricarica. E si sa che dove non vi sono certezze, o comunque dove i consumatori percepiscono incertezze, non può esservi uno sviluppo del mercato.
E proprio perché il costo dell’energia è volatile, sarebbe perfettamente inutile, in un articolo come questo, indicare i prezzi praticati dai principali operatori della distribuzione elettrica, dato che questa informazione implicherebbe un frequente aggiornamento.
Fortunatamente, però, esistono su internet e su app anche dei comparatori del costo di ricarica in cui sono indicati i prezzi, espressi in €/kWh, degli operatori della distribuzione elettrica e per tutte le tipologie di approvvigionamento, ossia a consumo oppure in abbonamento, su colonnine a ricarica lenta oppure veloce o ultraveloce.
Sul sito di Motus-E, l’associazione delle aziende che operano nella filiera della mobilità elettrica, sono indicate e aggiornate periodicamente (ma purtroppo con frequenza insufficiente) le tariffe medie di mercato della ricarica pubblica per le diverse tipologie di ricarica (lenta, veloce e ultraveloce) e la tariffa media per la ricarica domestica.
E a proposito di ricarica domestica, fino al 31 dicembre 2025 sarà possibile aumentare gratuitamente fino a 6 kW la potenza delle utenze private per ricaricare i veicoli elettrici durante la notte, la domenica e nei giorni festivi senza costi aggiuntivi e senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia elettrica, quindi senza dover sostenere costi fissi aggiuntivi legati all’incremento di potenza impegnata. Il servizio è gestito dal GSE (gestore del servizio elettrico) ed è possibile effettuare la richiesta accedendo all’area clienti su https://gse.it/servizi-per-te/rinnovabili-per-i-trasporti/agevolazioni-per-la-ricarica-dei-veicoli-elettrici.
Questa opportunità è riservata sia a clienti domestici sia a clienti non domestici a condizione che la potenza impegnata sia compresa tra 2 e 4,5 kW e a condizione, ovviamente, che l’impianto sia in grado di sopportare l’aumento di potenza (è necessaria una verifica da parte di un tecnico specializzato).
Al di là del prezzo e delle offerte degli operatori, però, è possibile dare alcune indicazioni generali sul mercato della ricarica elettrica.
La prima cosa da sapere è che se si ricarica nella propria abitazione, il costo al kWh è, in genere, il più basso in assoluto e corrisponde a quello indicato sulla bolletta. Addirittura, nel caso in cui si disponesse di un impianto fotovoltaico si potrebbe ricaricare la vettura a costi inferiori, al limite anche a costo zero, grazie all’energia autoprodotta.
La seconda cosa da sapere è che esistono sul mercato formule di abbonamento o piani tariffari per la ricarica su colonnine pubbliche o, comunque condivise, come quelle presenti nei parcheggi delle aziende. In genere queste formule, oltre a prevedere un costo inferiore al pagamento occasionale a consumo, ammortizzano meglio le oscillazioni di prezzo rendendo il costo mediamente più stabile nel tempo.
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