La Mazda CX-60 è una grande Suv giapponese dalle linee slanciate, con il cofano molto lungo, una mascherina prominente e l’abitacolo arretrato a dare dinamicità al corpo vettura. All’interno l’abitacolo è realizzato con cura e attenzione ai dettagli, materiali di qualità e assemblaggi precisi. La plancia, lineare e moderna, ospita lo schermo widescreen dell’infotainment da 12,3”, ben leggibile e ricco di informazioni, che si controlla con il pomello posizionato nella console centrale. Il display diventa touch solo durante il mirroring con lo smartphone (di serie Apple CarPlay e Android Auto wireless). Il posto guida è ben studiato, con una posizione distesa ma che domina la strada; tanto lo spazio a disposizione dei passeggeri, anche quelli posteriori. La capacità complessiva del bagagliaio è di 407 litri misurati dal Centro prove, un volume più che discreto per la categoria. Il vano di carico è ben rifinito e versatile, ma il portellone elettrico è solo su richiesta.
Come va. Sofisticata la meccanica della Suv giapponese, disponibile con motorizzazioni plug-in da 327 CV e diesel mild hybrid da 200 e 249 CV, quest’ultima con trazione integrale. Per tutte, trasmissione automatica a 8 rapporti. Il sei cilindri a gasolio da 200 CV non è troppo potente ma ha un’erogazione lineare, ed è accompagnato da una piacevole sonorità nella zona alta del contagiri. Nonostante la mole dell’auto, i consumi sono più che buoni, con una percorrenza media di 17,2 km con un litro di gasolio, che diventano 24,6 sulle statali. Il comportamento dinamico riflette una certa pigrizia nei cambi di direzione, con una propensione al sovrasterzo tenuto a bada da un’elettronica brusca negli interventi. Ben calibrato ed efficiente l’impianto frenante, capace di resistere alla fatica. La dotazione di aiuti alla guida di serie comprende cruise control, assistente al mantenimento della carreggiata, frenata automatica in città e in retromarcia. La guida assistita di livello 2 è di serie solo sugli allestimenti top di gamma.