La Mazda CX-80 è una grande Suv (è lunga 4.995 mm) che condivide con la CX-60 piattaforma e motori, ma con passo e lunghezza aumentati per far posto a sette passeggeri. Anche l’abitacolo è quello della sorella minore, realizzato con materiali di qualità e assemblaggi precisi. Minimal ma moderna la plancia, al cui centro spicca lo schermo wide da 12,2”, che si controlla con il classico “rotellone” nel tunnel centrale ma che diventa touch se collegato a uno smartphone, Android o iOS. I 25 cm in più nel passo vanno a favore dei passeggeri, che possono contare su una discreta quantità di spazio (ma non sul pavimento piatto, per via del tunnel della trasmissione). In terza fila si viaggia discretamente comodi, grazie anche al divano scorrevole della fila centrale; su richiesta si può avere una configurazione a sei posti, con due poltrone nella seconda fila. Curato e ben rifinito il bagagliaio (con uno spazio dedicato alla cappelliera), che se si viaggia in sette mette a disposizione 160 litri reali, misurati dal Centro prove.
Come va. Due i powertrain disponibili, condivisi con la CX-60: la plug-in da 327 CV e il sei cilindri turbodiesel da 3.3 litri da 249 CV, entrambi abbinati alla trazione integrale. Quest’ultimo in particolare è dedicato a chi percorre tantissimi chilometri all’anno, grazie anche al serbatoio da 74 litri, che garantisce un’autonomia che supera di slancio i 1.000 km. Le percorrenze medie misurate dal Centro prove sono di 13,8 km/litro in città, che diventano 15,9 in statale e 12,1 in autostrada. Il turbodiesel è molto omogeneo in basso, e “cattivo” il giusto quando serve, per esempio per effettuare un sorpasso rapido. La CX-80 regala un buon compromesso tra confort e handling: c’è qualche irrigidimento di troppo - specialmente per chi siede in fondo - sulle asperità brevi, e l’isolamento acustico non è dei migliori, ma il comportamento dinamico è sano e ben gestito dall’Esp. Ottimo l’impianto frenante, sia su asciutto che su bagnato, capace di lavorare bene anche sotto sforzo.