Abbandonate le forme da piccola station wagon a tre porte degli anni Novanta, la Volkswagen Polo prosegue il suo avvicinamento alla sorella maggiore Golf, ancor più accentuato dall’ultimo restyling. All’interno l’abitacolo è spazioso in rapporto alle dimensioni dell’auto (poco più di quattro metri), e il posto guida offre tante possibilità di regolazione per conducenti di tutte le taglie. Nel complesso l’aspetto è rigoroso, quasi austero, con plastiche morbide che si alternano ad altre più rigide, ma le finiture sono curate e l’assemblaggio privo di sbavature. La strumentazione digitale è di serie su tutte le versioni (da 10,25” dalla Style), così come l’infotainment da 7,9” con connettività wireless Android Auto e Apple CarPlay. Curato anche il bagagliaio, con una capienza rilevata dal Centro prove di 319 litri, che scende a 203 nelle versioni TGI a metano per la presenza delle bombole sotto il pianale.
Come va. La Polo è disponibile con il 1.0 aspirato da 80 cavalli, oppure turbo da 95 e 110 CV, con cambio manuale o doppia frizione Dsg. C’è anche a metano e, per i più esigenti, la Gti da 207 CV. Il tre cilindri si caratterizza per l’efficienza nei consumi, nonostante l’assenza di elettrificazione: i consumi rilevati con il motore da 95 CV sono di 16,9 km con un litro, che diventano 16 in città. Un risultato ottenuto grazie anche al cambio manuale a cinque rapporti, che privilegia il risparmio di carburante a scapito della prontezza in ripresa. La Polo è un’auto comoda anche per viaggi lunghi: l’abitacolo è ben isolato da fruscii e rumore di rotolamento degli pneumatici, e le sospensioni assorbono bene gran parte delle asperità della strada. Sicuro il comportamento dinamico, con un’elettronica che interviene in maniera precisa e puntuale, rendendo la guida facile anche a chi ha poca esperienza. Buona la dotazione di serie di Adas; la guida assistita di livello 2 è disponibile come optional per l’allestimento base e di serie su quelli superiori.