La Volkswagen Caddy è un mezzo capace di offrire un grado di libertà in più. Lo spazio è abbondante e può ospitare mountain bike, surf, borse e zaini vari senza problemi. Si tratta di una multispazio che nasce principalmente come veicolo commerciale leggero, ma poi, aggiungendo qualche sedile, i vetri al posto delle lamiere posteriori e alcuni accessori, diventa una vettura comoda per la vita di tutti i giorni. Con la sua quinta generazione, ormai lontanissima dalle origini (iniziata alla fine degli anni 70 negli Usa: era la versione pick-up della Golf), la Caddy si scrolla di dosso l’aria da tuttofare e sposa quella piattaforma Mqb su cui sono basate tutte le medie del gruppo tedesco. Il che vuol dire anche una cospicua iniezione di Adas e digitalizzazione: attingendo dalla lista degli accessori, è possibile avere il Travel assist, cioè la guida assistita di livello 2, nonché la strumentazione digitale riconfigurabile e l'infotainment basati sull'architettura Mib 3, quella che ha rivoluzionato il ponte di comando della Golf 8. Al posto guida si ritrova una plancia che è del tutto simile, per fattezze, a quella della due volumi. Il volante è leggermente più inclinato in avanti e il sedile rialzato di una spanna, ma nel complesso la postura appaga e aggiustarla è facile, grazie a regolazioni precise e ben accessibili. Ottimo l'infotainment, dotato di assistente vocale oltre allo schermo touch. Farebbe comodo qualche vano o pozzetto aggiuntivo per sistemare oggetti di prima mano, ma quando si tratta di caricare i bagagli, si può essere più che soddisfatti: il nostro Centro prove ha misurato 610 litri all’altezza del tendalino, con tutti e cinque i posti in uso e senza sfruttare l'intera altezza dell'abitacolo. I sedili della seconda fila possono essere reclinati o ribaltati in avanti ed è così possibile caricare oggetti lunghi fino a 195 cm; se si viaggia da soli, abbassando lo schienale del sedile passeggero si arriva a ben 317 centimetri. Se serve ancora più stiva, basta eliminare del tutto la seconda fila, da lasciare nel box di casa.
Come va. Abbiamo provato la Caddy 2.0 TDI da 102 cavalli (c'è anche la variante da 122 CV, abbinabile al cambio Dsg o alla trazione integrale). Il carattere del propulsore è gradevole. Rotondo, progressivo e con una buona disponibilità di coppia, 280 Nm a soli 1.500 giri. In autostrada si percorrono circa 16 km/litro e, viaggiando sulle statali, si sale a circa venti. La Caddy, nonostante il baricentro alto e la vocazione turistica, vanta una buona agilità. In particolare, è ottimamente bilanciata e, anche strapazzandola fra le curve, ha reazioni molto omogenee e gestibili con facilità, pur con un rollio piuttosto avvertibile. Lo sterzo, da parte sua, è calibrato bene: leggero, progressivo e preciso. Apprezzabili anche le doti di confort: nell'abitacolo filtrano pochi rumori e soltanto a velocità prossime al limite autostradale compaiono fruscii dati dall'ampia superficie frontale. Le sospensioni fanno il loro dovere e assorbono in modo efficace, anche al posteriore. Si viaggia sul velluto, insomma, con quel grado di libertà che, di questi tempi, aiuta a rinfrancare l'animo.
Pregi. Spazio: modulando il vano di carico, ci si può portar dietro di tutto. Consumo: poco assetato in ogni condizione, con una media di 17,6 km/litro. Elevata l'autonomia.
Difetti. Ripresa: la sesta è lunga e il TDI deve operare a regimi ottimali; quindi la scalata è quasi sempre d'obbligo, se si vuole trovare la giusta spinta. Accessori: può diventare quasi una premium, ma il conto da pagare è salato.