Aygo
Come va: provata nell'allestimento top di gamma x-cite, la piccola giapponese mette sul piatto la nota formula super cittadina, fatta di compattezza (3,47 metri nel caso della cinque porte), maneggevolezza e attenzione al portafogli. Più che per i tre cavalli guadagnati con l'intervento al sistema di iniezione (ora sono 72), poco percepibili sulla strada, così come nei nostri rilevamenti strumentali (equivalenti a quelli della precedente versione), il tre cilindri continua a distinguersi per i consumi contenuti con una media di 18,7 km/l. Semplice e gradevole da guidare è sempre sorvegliata da un'elettronica votata alla sicurezza, che talvolta è un po' brusca negli interventi. La giap non è un razzo né un distillato di dinamismo (le prestazioni, come è ovvio, non sono il suo forte), eppure si muove nel traffico cittadino con notevole disinvoltura, riuscendo a trasmettere la confidenza che serve per districarsi in tutte le situazioni. Il motore e il cambio a cinque marce (dotato d'innesti discretamente precisi) sono una coppia affiatata, a proprio agio sia nelle andature a singhiozzo sia nel traffico più regolare e diluito delle arterie extraurbane. Senza contare che le sospensioni lavorano bene e filtrano a dovere le irregolarità dell'asfalto, tombini e pavé. Logicamente, quando la strada si distende e la velocità aumenta in maniera marcata, la vettura si allontana dalla zona operativa ideale, mostrando il fianco a una ripresa un po' soporifera e a un confort acustico non sempre ottimale.
Pregi: col 1.0 da 72 CV è davvero parsimoniosa. Il sistema d'infotainment è uno dei suoi punti di forza, valido e senza limiti di compatibilità.
Difetti: l'impianto frenante è poco incisivo su fondi differenziati. Il bagagliaio è poco capiente, anche per gli standard della categoria.