Aygo X
Realizzata sulla piattaforma della Yaris, la Toyota Aygo X ha forme tutt’altro che banali, con uno sguardo aggressivo e look da crossover. Le dimensioni sono quelle di una Panda (è lunga 3,70 m), ma lo spazio a bordo risente del design originale della carrozzeria, in particolare per chi siede dietro: pochi i centimetri per gambe e testa, solo a compasso i finestrini. La posizione di guida si trova facilmente, grazie alle regolazioni precise di sedile e volante, quest’ultimo solo altezza. I grossi montanti posteriori limitano la visibilità in manovra, ma la telecamera è di serie su tutta la gamma, così come la connettività Android Auto e Apple CarPlay; quella wireless è solo per l’allestimento Lounge, che aggiunge anche l’infotainment da 8,9” e il navigatore connesso. Piccolo il bagagliaio, con una capacità di 196 litri e una soglia di carico molto alta (81 cm da terra).
Come va. La Toyota Aygo X non ha nessun sistema ibrido a supporto del 1.0 tre cilindri da 72 CV, comunque adatto a muoversi agilmente in città, il terreno d’elezione per la citycar giapponese, che può contare anche su un diametro di volta inferiore ai 10 metri. Ridotti i consumi: il nostro Centro prove ha misurato 18,7 km/l nel traffico urbano e 21,3 km/l in statale, con una media complessiva di 17 km/litro. Su richiesta il cambio automatico a variazione continua Cvt, che regala elasticità alla guida ma non aiuta nelle riprese: premendo a fondo l’acceleratore il motore sale di giri rapidamente, ma non altrettanto la velocità. Rigida sullo sconnesso, la Aygo X soffre di rollio e beccheggio, soprattutto in frenata. Pur rimanendo un’auto piacevole da guidare, fatica un po’ nelle manovre d’emergenza, specialmente sul bagnato, dove l’Esp è costretto a intervenire in maniera decisa. Da categoria superiore la dotazione di Adas, con la guida assistita di livello 2 di serie su tutta la gamma.