Sono lontani i tempi in cui acquistando un’auto in contanti si potevano spuntare sconti maggiori: oggi, anzi, molte Case sono più generose nei confronti di chi sceglie di “acquistare”, insieme con la vettura, il denaro necessari per assicurarsela, diluendo il pagamento nel tempo a fronte, ovviamente, degli interessi sull’anticipo del denaro da parte delle società finanziaria al concessionario. Il risultato è che, ormai, l’80% di tutti i prestiti finalizzati è destinato proprio all’auto; al cliente, una volta che ha optato per il pagamento dilazionato, il mercato finanziario offre comunque un ventaglio di possibilità.
Il finanziamento classico. È la formula più diffusa e prevede il rimborso della somma anticipata dalla società finanziaria in un arco temporale definito (da 24 fino a 96 mesi) con il pagamento di rate mensili, ognuna delle quali comprende una quota di capitale e una d’interessi; la vettura è di proprietà del contraente, il cui nome figura nella carta di circolazione. Nelle rate possono essere inclusi dei servizi, spesso proposti dai venditori della concessionaria (quando non resi obbligatori per policy dalla Casa o dalla sua società finanziaria), come l’assicurazione furto e incendio, la polizza sui pneumatici, la manutenzione programmata; a volte anche la protezione del credito è obbligatoria. Scelta la formula del finanziamento, il cliente ha un’ampia gamma di opzioni: può definire l’ammontare dell’anticipo (anche zero, soprattutto in caso di promozioni), l’utilizzo a questo scopo del controvalore della propria auto che intende dare in permuta, la durata del periodo di rimborso, e la presenza o meno di una maxi-rata finale, eventualmente rifinanziabile, in genere comunque pari al valore residuo della vettura al termine dell’operazione.
Il leasing. Detto anche locazione finanziaria, consente, a fronte del pagamento di un canone, di beneficiare di un bene (nel nostro caso, di un’auto, ma può essere utilizzato anche per barche, edifici, aerei ecc.) per un certo periodo di tempo, trascorso il quale il cliente può decidere se restituirlo oppure acquistarlo, pagandone il valore residuo.
Il leasing operativo. Rispetto al leasing “puro” comprende una serie di servizi, come la manutenzione e l’auto sostitutiva, che lo rende simile al noleggio; in genere, proprio come nella maggior parte dei casi accade con quest’ultimo, non prevede, al termine del periodo concordato, la possibilità di riscatto della vettura.
I prestiti finalizzati. La prima proposta di finanziamento viene, in genere, formulata dal venditore della concessionaria, che formulerà il preventivo di un “prodotto finanziario” della captive (cioè la società finanziaria del costruttore automobilistico) o di una società specializzata in finanziamenti con la quale la Casa o la concessionaria sono soliti operare. Nulla vieta al cliente di procurarsi il denaro necessario all’acquisto dell’auto attraverso altri canali, come le società indipendenti e le banche che erogano prestiti personali. Con questa somma, il cliente acquisterà poi la vettura in contanti, perdendo però la possibilità di fruire di eventuali sconti supplementari o promozioni legate dal costruttore all’erogazione di un finanziamento tramite la propria captive o una finanziaria convenzionata: dunque, è importante fare sempre bene i propri conti, per capire quale soluzione sia realmente più conveniente (un tasso più alto della captive può essere, in tutto o in parte, compensato da uno sconto maggiore). Per farsi un’idea del costo medio dei finanziamenti sul mercato si possono utilizzare i comparatori specializzati presenti su internet, reperibili digitando su Google le parole “finanziamenti online” o “prestiti online”.
La cessione del quinto. Con questa formula è possibile acquistare un’auto devolvendo allo scopo una parte della propria retribuzione (o della pensione): la rata viene trattenuta direttamente ogni mese dallo stipendio dal datore di lavoro, che la verserà a sua volta alla concessionaria o all’istituto di credito con il quale è stato sottoscritto il contratto. Il quinto dello stipendio, come si può facilmente immaginare, è pari al suo 20% (al netto delle ritenute), quota che non può essere superata (salvo che per i dipendenti della pubblica amministrazione, che possono arrivare al 50%); la durata dell’operazione dev’essere compresa tra 24 e un massimo di 120 mesi (ma nel caso di contratto di lavoro a tempo determinato non potrà superare quella del contratto stesso), mentre l’importo massimo consentito è di 75 mila euro.
I tassi di interesse. Il rimborso del capitale anticipato per l’acquisto dell’auto comporta il pagamento di un tasso d’interesse, che grava sulle rate. Questo valore è indicato con due cifre, contraddistinte da sigle diverse. Il Tan è il tasso annuo nominale e indica l’interesse annuale, calcolato sull’importo del prestito; il Taeg è il tasso annuo effettivo globale e comprende tutte le spese previste dal contratto, come quelle d’istruttoria (vedere sotto), i bolli e l’invio di rendiconti periodici. Solo questo secondo dato ci informa su quanto esattamente verrà a costare il denaro richiesto: pertanto, nonostante sia spesso omesso da chi redige i preventivi, è essenziale conoscerlo. Il tasso non può mai superare quello di usura: la Banca d’Italia lo fissa ogni trimestre, basandosi su un Taeg maggiorato del 25% e di altri quattro punti. Se quello previsto per un finanziamento supera tale soglia, si configura l’usura, che è un reato: al cliente dev’essere restituito quanto ottenuto illegalmente. In caso di promozioni, il tasso può essere pari a zero: si tratta, però del Tan, perché il Taeg sarà comunque superiore, anche se di poco, perché terrà comunque conto delle spese del finanziamento.
La valutazione. Prima di concedere un finanziamento, la società che lo eroga, di qualunque tipo essa sia, effettua una valutazione della solidità patrimoniale e dell’affidabilità del potenziale cliente, al quale viene chiesto di produrre dei documenti (personali, ma anche attestanti l’entità del reddito, come la busta paga più recente). A quel punto viene avviata una pratica, il cui costo (300-400 euro) ricade sul cliente stesso (ed è incluso nel Taeg): la procedura tiene conto di diversi aspetti, a partire dal credit scoring, un indice che misura con diversi parametri (come il rapporto tra il reddito mensile e la rata e il suo indebitamento complessivo) l’eventuale rischio d’insolvibilità del richiedente. In questa fase, la finanziaria si avvale anche delle informazioni contenute nella Centrale rischi della Banca d’Italia, che registra tutti i finanziamenti superiori a una certa soglia ottenuti da imprese e privati e dove è presente un elenco di “cattivi pagatori”, sorta di black list di chi non è riuscito a far fronte agli impegni. I dati sono protetti dalle norme sulle privacy e vi sono registrati per 36 mesi. Altre fonti utilizzate per le istruttorie sono le Sic (Sistemi d’informazioni creditizie), banche dati private che raccolgono informazioni sui finanziamenti. Alla fine della procedura, la richiesta di finanziamento può essere approvata o respinta; nel secondo caso, si può provare a reiterare la richiesta fornendo ulteriori garanzie.
Le garanzie. In caso di redditi non adeguati all’impegno o di contratti di lavoro atipici (per esempio, a tempo determinato con scadenza antecedente a quella del finanziamento), è possibile che la finanziaria richieda l’indicazione di un garante, cioè di una persona che presti una garanzia a chi richiede il finanziamento, impegnandosi a rimborsare il debito al suo posto qualora l’interessato non sia più in grado di farlo.
Il preventivo e il modulo. Spesso, nel mondo delle concessionarie, ci s’imbatte in venditori che redigono preventivi di finanziamento sommari, scarabocchiando cifre a penna su quello della vettura. La legge, invece, impone l’utilizzo di un apposito modulo, detto Secci, che riporta le informazioni europee di base sul credito ai consumatori: sono quelle indispensabili perché il cliente possa effettuare una scelta informata e consapevole. Il modulo Secci (Standard european consumer credit information) riporta, infatti, l’importo totale del credito, cioè la cifra complessiva messa a disposizione del consumatore, che può coprire anche il costo di alcuni servizi; la durata del finanziamento, vale a dire il tempo concesso per restituire la somma ricevuta in prestito; il numero delle rate, che comprende quelle mensili e, se prevista, la maxi-rata finale; l’importo di quest’ultima, oppure il valore futuro garantito (quello minimo riconosciuto alla fine del finanziamento); l’importo totale dovuto, comprendente le rate, gli interessi e l’eventuale maxi-rata finale, da pagare solo se si tiene la vettura; l’eventuale anticipo previsto; il Tan e il Taeg (i tassi praticati sul finanziamento); l’ammontare delle spese per l’istruttoria; l’eventuale assicurazione del credito, cioè del rischio d’impossibilità di pagare le rate; il costo degli altri servizi, quando previsti.
I servizi. Come detto, il finanziamento può comprendere il costo di alcuni servizi, i più comuni dei quali sono la polizza furto/incendio (il cliente mantiene con la propria compagnia solo la copertura RC auto), quella sul credito (che scatta nel caso in cui il cliente non riesca a pagare le rate del finanziamento, per esempio per perdita del lavoro) e sui pneumatici e la manutenzione ordinaria (il costo dei tagliandi previsti dalla Casa, che non comprende i materiali di consumo). In genere l’adesione a questi servizi, spesso spinta dai venditori, è facoltativa; altre volte, invece, è imposta e spetta al cliente capire quanto incida sul Taeg e quanto sia effettivamente conveniente.
Il vincolo. Un contratto di finanziamento può prevedere l’obbligo di un vincolo assicurativo: la finanziaria chiede che l’auto sia assicurata contro il rischio di furto e incendio. Se una di queste ipotesi si verifica, la finanziaria ottiene in prima istanza il risarcimento da parte della compagnia, mentre al cliente spetta una somma proporzionata alle rate che ha pagato fino a quel momento.
L’estinzione e la rivendita. L’acquirente può decidere, per motivi personali, di estinguere il finanziamento in anticipo rispetto alla scadenza stabilita dal contratto: spesso, però, per questi casi i contratti prevedono il pagamento, oltre che del capitale residuo e degli interessi maturati, di una penale, che può essere dello 0,5% se la durata residua è inferiore a un anno e dell’1% se è superiore. Nel corso del finanziamento, il cliente ha comunque la facoltà, se lo desidera, di vendere l’auto, essendone a tutti gli effetti il proprietario: ovviamente dovrà continuare a pagare le rate per tutta la durata del contratto, a meno che non preferisca concludere anticipatamente il rimborso.
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