Con la quarta serie, l’Audi A3 ha cambiato totalmente look virando in maniera decisa verso la sportività, sia fuori sia dentro. Nell’abitacolo c’è una plancia moderna e futuristica, con nuovi comandi e infotainment, ma la razionalità è quella di sempre. Semmai, qualche piccolo dettaglio di finitura non è allo stesso livello della precedente generazione. La prima cosa che si nota, al volante, è proprio davanti agli occhi: le due bocchette sono il proseguimento ideale della palpebra che sovrasta gli strumenti digitali. Così si crea un elemento unico che dà una chiara sensazione di controllo. Una soluzione tipica delle sportive, a sua volta ispirata dalla cugina Lamborghini, vedere la Huracán o la Urus per credere. La parte centrale della plancia, però, è quella che si discosta in maniera più decisa dalla precedente generazione: il display da 10,1 pollici, inclinato verso il guidatore, non vanta il feedback aptico delle sorelle maggiori, ma il responso acustico al tocco dà comunque la certezza di avere impresso un comando. I tasti fisici, peraltro, non sono spariti del tutto: il clima conserva la sua pratica plancetta e ora, per gestire le tracce audio e il volume, c’è una superficie tattile da sfiorare con il dito. Ancora, la leva dell'S tronic a doppia frizione si è trasformata in un grazioso elemento di design, una piccola levetta che sfrutta la tecnologia shift by wire, e dunque non serve più un cambio come l'abbiamo inteso finora. Fatta l'abitudine, si gestiscono facilmente con due dita.
Come va. La A3 è agile, efficace e, in caso di curve, sa divertire. Le soddisfazioni continuano quando c’è da fare carburante, cosa che avviene molto raramente. Soprattutto per le versioni a gasolio. Il 2.0 TDI da 150 cavalli, per esempio, ripulito a dovere con un doppio catalizzatore per gli Nox, assicura infatti consumi straordinariamente ridotti (in media quest'Audi percorre 18,8 km/litro). Senza però sacrificare le prestazioni: gli spunti in accelerazione e ripresa sono più che soddisfacenti (quasi 217 km/h, 8,2 secondi sullo 0-100). La dinamica di marcia è uno degli aspetti più convincenti della A3. È raro, infatti, trovare un così azzeccato bilanciamento fra le esigenze di confort e un po' di sano gusto di guidare. Pur in presenza delle ruote da 18" e dell’assetto ribassato in dote alla S line, la schiena non reclama mai; gli ammortizzatori digeriscono senza colpo ferire, ma in maniera sostenuta, senza lasciarti il dubbio di avere a che fare con un assetto cedevole. L'abitacolo, peraltro, è ben incapsulato e filtrano pochi rumori, con l'eccezione di qualche inevitabile fruscio e del rotolamento dei pneumatici. Quando si alza il ritmo, la Sportback sa stare al passo, offrendo sempre una sensazione di leggerezza, a cui concorre uno sterzo progressivo e trasparente nel trasmettere quello che fa l'avantreno. Il comando è poi piuttosto diretto, sono sufficienti angoli contenuti per metterla dove si vuole. La tenuta di strada è notevole, dote da non sottovalutare davanti al primo curvone autostradale, mentre l'agilità nel misto è favorita da un setup e da un telaio ottimamente bilanciati. La A3 diverte nonostante anche senza bisogno di grande potenza. Chi è a caccia di qualcosa di più brillante, comunque, può puntare sulla variante da 190 cavalli abbinata alla trazione integrale quattro.
Pregi. La A3 è una vettura a tutto tondo, che riesce a far convivere confort e dinamismo, bassi consumi e prestazioni soddisfacenti. Il 2.0 TDI consuma poco: difficile scendere sotto i 16-17 km/litro.
Difetti. I 319 litri di bagagliaio sono il minimo sindacale: in vista di un viaggio in compagnia, ci si deve organizzare bene. Alcuni dettagli di finitura sono fatti in economia.