Come va. La Q8 è un’auto sulla quale si potrebbe viaggiare indefinitamente: posizione dominante sulla strada, Adas che riducono lo stress e sospensioni pneumatiche capaci di far dimenticare le brutture dell'asfalto sono ottime premesse. Alle quali si accompagna una silenziosità totale, alla faccia dei finestrini privi di cornice, un piccolo tocco di snobismo che, per una volta, non cozza con le istanze dell'isolamento acustico. Sulla 50 TDI, il tre litri V6 a gasolio ronza là in fondo, ha sempre il piglio che serve ed è semmai a bassa velocità che, da lui, si potrebbe desiderare qualcosa in più. Come abbiamo avuto modo di notare sull'A6 provata ad agosto, il tre litri fatica a instaurare un dialogo perfetto con il cambio e, per chi guida, il risultato pratico è una poco piacevole rispondenza tra ciò che si chiede con il piede destro e ciò che realmente avviene. Si finisce per esigere più di quel che serve, per poi sollevare il piede quando il TDI finalmente risponde, perché a quel punto la veemenza diventa fin eccessiva. Questione d'istanti, beninteso. Per il resto, la guida è all'insegna di una prevedibile efficacia. La Q8 non sarà flamboyant come l'idea di coupé potrebbe portare a credere, ma l'autorevolezza con cui affronta le curve è piacevole e rassicurante allo stesso tempo, soprattutto quando sono presenti le quattro ruote sterzanti.
Pregi. Silenziosità, capacità di assorbimento dell'assetto e assistenze alla guida compongono un quadro di alto livello. Tecnologia: difficile chiedere di più, tra sicurezza e qualità della vita a bordo.
Difetti. L'abbinamento motore/cambio migliorabile: quando si accelera a bassa velocità, la vettura ha spesso un'iniziale esitazione, alla quale segue poi una risposta persino eccessiva.