Anche nella sua versione a tre volumi la Audi A3 si fa notare per il look aggressivo, con la griglia single frame in basso, i fari affilati (volendo anche a matrice di led) e le linee muscolose. Personale l’interno, con le bocchette a satellite ai lati della strumentazione digitale (di serie) e lo schermo dell’infotainment MIB3 incassato nella plancia, rivolto verso il guidatore. A metà tra digitale e fisico, i comandi sono tutti ben disposti e a portata di mano. La connettività wireless per i dispositivi Apple e Android è di serie su tutta la gamma con l’eccezione della versione base. Buoni assemblaggi e finiture, ma le plastiche sono morbide solo nella parte alta della plancia, e alcuni particolari (come l’assenza di rivestimento nelle tasche delle portiere) risultano un po’ sottotono. La seduta è bassa ma non troppo, tanta la visibilità alla guida. Regolare e ben rifinito, il bagagliaio ha una capacità dichiarata di 425 litri; le versioni più sportive a trazione integrale ne perdono qualche decina.
Come va. La Audi A3 berlina è disponibile con motori benzina (anche mild hybrid) e gasolio, con potenze da 110 a 150 CV. Per chi ama la guida sportiva c’è la S3 da 310 CV o la “bomba” RS3 a cinque cilindri da 400. La media di Ingolstadt è un’auto piacevole da guidare, agile e capace di divertire nel misto veloce, aiutata da un cambio automatico shift-by-wire (nelle versioni S tronic) preciso e veloce negli innesti. Eccellente l’equilibrio tra dinamismo e confort, con un assetto rigido ma capace di assorbire le asperità della strada, e che permette di viaggiare comodi e avvolti nel silenzio. La 2.0 TDI turbodiesel che abbiamo provato colpisce per i consumi: 18,8 km/l di media, ben 17,2 in città. Di serie l’assistente al mantenimento di corsia, il cruise control adattivo (solo normale nell’allestimento base), la frenata automatica d’emergenza e l’assistente di svolta. Il monitoraggio dell’angolo cieco e la guida assistita di livello 2 sono da ordinare a parte.