Anche in piena epoca Suv, al di là delle tendenze del mercato ci sono modelli intramontabili. Se si mantiene un approccio razionale, infatti, si scopre che le station wagon rappresentano ancora un ottimo compromesso tra dimensioni, spazio, confort e consumi. E la Mercedes-Benz Classe C SW è lì a dimostrarlo, rivelandosi veloce, comoda, piacevole da guidare e poco assetata, in particolare nelle versioni turbodiesel. Moda o non moda, è un dato di fatto, comunque, che un modello come questo è sempre più destinato alle flotte aziendali e quindi nella nostra prova su strada non abbiamo scelto un modello zeppo di accessori, ma una vettura come se ne vedono tante sulle strade, che dal punto di vista della dotazione è adeguata, ma non full optional. L'allestimento ne comprende alcuni di sicuro apprezzati da chi usa l’auto per lavoro: navigatore con schermo da 10,3 pollici, fari a Led e sistema di parcheggio automatico, come pure il regolatore di velocità (che funge anche da limitatore), la telecamera posteriore, l'avviso collisione con frenata di mitigazione e l'assistente al traffico laterale, che blocca la vettura se, uscendo da un parcheggio in retromarcia, rileva l'arrivo di un veicolo. Nel ricco listino degli accessori, però, restano da selezionare alcuni dispositivi che sono ormai imprescindibili su una vettura di questo rango, come il cruise control adattivo e il sistema di avviso e mantenimento della corsia di marcia. La Classe C, anche in questa veste sobria, si conferma ben fatta, secondo la migliore tradizione Mercedes. Tanto all'esterno quanto all'interno, i materiali sono di qualità e assemblati con cura e pure i particolari meno in vista sono ben fatti. Il sistema d'infotainment è stato allineato a quello della Classe E, incluso il comando tramite i piccoli pulsanti a sfioramento sulle razze del volante, che è identico a quello della Classe A.
Come va. Le Classe C, se non si considerano le supersportive AMG con i V6 e i V8 fino a ben 510 CV, possono essere spinte da motori quattro cilindri a benzina, anche nelle varianti ibride, o diesel. Abbiamo provato una delle versioni più classiche e apprezzate, la 220 d (in allestimento Auto Business Extra). Il suo due litri diesel si conferma silenzioso, potente e pronto alla risposta, per merito anche del buon accordo con il cambio automatico a nove marce. Al volante si ritrova il Dna delle vetture con la Stella, ovvero confort di alto livello e una perfetta centratura in rettilineo, premessa per viaggi in autostrada (e non solo) per nulla affaticanti. Ma ciò non significa che quando arrivano le curve la Classe C sia a disagio, tutt'altro: le sofisticate sospensioni e lo sterzo preciso, progressivo e abbastanza diretto si traducono in un comportamento sempre sicuro e intuitivo. Il capitolo consumi conferma come il motore diesel sia tuttora la soluzione migliore per vetture di questa taglia. Grazie anche alla favorevole aerodinamica e al peso relativamente contenuto, la Classe C si accontenta sempre di poco gasolio: con un litro si percorrono dai 15,4 km della città agli oltre 19 della statale, passando per i 17,5 dell'autostrada. E il pieno dura in media 1.130 chilometri.
Pregi. Buone percorrenze dei quattro cilindri turbodiesel, che si accontentano sempre di poco gasolio. Prestazioni brillanti, grazie ai motori ben abbinati al cambio a nove marce.
Difetti. Adas: la dotazione di serie è essenziale e va integrata. Abitabilità posteriore migliorabile quanto a spazio e accessibilità.