Classe C station
Come va. Le Classe C, se non si considerano le supersportive AMG con i V6 e i V8 fino a ben 510 CV, possono essere spinte da motori quattro cilindri a benzina, anche nelle varianti ibride, o diesel. Abbiamo provato una delle versioni più classiche e apprezzate, la 220 d (in allestimento Auto Business Extra). Il suo due litri diesel si conferma silenzioso, potente e pronto alla risposta, per merito anche del buon accordo con il cambio automatico a nove marce. Al volante si ritrova il Dna delle vetture con la Stella, ovvero confort di alto livello e una perfetta centratura in rettilineo, premessa per viaggi in autostrada (e non solo) per nulla affaticanti. Ma ciò non significa che quando arrivano le curve la Classe C sia a disagio, tutt'altro: le sofisticate sospensioni e lo sterzo preciso, progressivo e abbastanza diretto si traducono in un comportamento sempre sicuro e intuitivo. Il capitolo consumi conferma come il motore diesel sia tuttora la soluzione migliore per vetture di questa taglia. Grazie anche alla favorevole aerodinamica e al peso relativamente contenuto, la Classe C si accontenta sempre di poco gasolio: con un litro si percorrono dai 15,4 km della città agli oltre 19 della statale, passando per i 17,5 dell'autostrada. E il pieno dura in media 1.130 chilometri.
Pregi. Buone percorrenze dei quattro cilindri turbodiesel, che si accontentano sempre di poco gasolio. Prestazioni brillanti, grazie ai motori ben abbinati al cambio a nove marce.
Difetti. Adas: la dotazione di serie è essenziale e va integrata. Abitabilità posteriore migliorabile quanto a spazio e accessibilità.
Classe C
Come va. Difficile, di questi tempi, parteggiare per il motore a gasolio. Eppure, la Mercedes Classe C riesce nel difficile compito di farti innamorare del diesel. Abbiamo provato la 220d, con il biturbo supportato dal sistema mild hybrid a 48V. Innanzitutto, è da apprezzare in autostrada: si imposta il regolatore di velocità a 130 km/h, il regime si stabilizza a quota 1.600 giri – magie del cambio automatico a nove rapporti – e non si vorrebbe più scendere. I fruscii rimangono fuori, così come il rumore di rotolamento delle gomme: a quest'andatura, nell'abitacolo entrano appena 67 decibel. Le percorrenze sono da economy run: il nostro Centro prove ha rilevato una percorrenza pari a 20,6 km/litro, che salgono a 20,8 nei tragitti extraurbani. La scarsa sete di gasolio va a braccetto con prestazioni briose, pur se non straordinarie dal punto di vista cronometrico. In viaggio si apprezza anche la nuova plancia, che segue l'elegante stile inaugurato dalla Classe S e fa della multimedialità il suo punto di forza. Al centro, come appoggiato sulla console e disposto in senso verticale, ecco lo schermo touch da 12 pollici dell'MBux (di serie), che si accompagna al pannello da 12,3" (ampiamente riconfigurabile), dietro al volante: si tratta di uno dei migliori infotainment. La frenata automatica della Classe C funziona in modo esemplare, evitando qualsiasi tipo di contatto sia con i manichini dell'adulto che spinge il passeggino e del bimbo con lo zainetto sia nei confronti del simulacro di veicolo che usiamo nei nostri test a Vairano. L'assetto sportivo dell'auto in prova si comporta inaspettatamente bene anche dove il manto è tutto fuorché perfetto: non s'irrigidisce in modo esagerato neppure in corrispondenza di ostacoli quali dossi, gradini o caditoie stradali. In ogni caso, ricordate che si tratta di un optional senza sovrapprezzo. Se l'intento è quello di valorizzare al massimo il confort, basta non sceglierlo.
Pregi. Consumo molto contenuto, grazie all'efficienza del motore, dotato di mild hybrid, che si somma all'aerodinamica curata. Gli Adas, da integrare con il pacchetto dedicato, funzionano in modo perfetto.
Difetti. Freni ottimi sull’asciutto, ma meno efficaci sul viscido, soprattutto a causa della bassa aderenza delle gomme. Visibilità ridotta dal montante anteriore e dallo specchio, grandi entrambi.