Guida Assistita

Cos'è e come funziona il lane assist


Cos'è e come funziona il lane assist
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Con la generica definizione di Lane assist si identifica una famiglia di dispositivi di sicurezza sempre più diffusi, che rientrano nella categoria dei sistemi di assistenza alla guida avanzati Adas (Advanced driver assistance systems). I nomi commerciali più diffusi di questi dispositivi sono Lane departure warning e Lane keep assist.

Come funziona. Attraverso una telecamera posizionata normalmente dietro il parabrezza, nei pressi dello specchietto retrovisore interno, il Lane assit rileva le linee continue e tratteggiate presenti sull’asfalto e individua la corsia di marcia percorsa dall’auto. Quando la vettura tende a divergere dalla traiettoria ideale, dando l’idea ai sensori che si stia verificando un’uscita non segnalata dalla corsia, il sistema interviene prontamente. Nel caso del Lane departure warning, la centralina elettronica attiva un segnale acustico oppure una vibrazione del sedile o del volante, per riportare l’attenzione del pilota su quanto sta accadendo. Nel caso invece del Lane keep assist il dispositivo entra in causa anche per riportare l’auto al centro della sua corsia. Ciò grazie a precisi input dati allo sterzo e all’impianto frenate, con un’azione che può essere selettiva sul disco di ogni singola ruota. Questo sistema oppone una leggera resistenza pure nel caso in cui sia il guidatore a voler cambiare corsia senza utilizzare l’indicatore di direzione, mentre l’attivazione della freccia rende il Lane Assist semplice spettatore della manovra. Sia il Lane departure warning sia il Lane keep assist possono essere disattivati tramite un apposito pulsante. In assenza di segnaletica orizzontale o al di sotto di una certa velocità minima nessuno dei due dispositivi può entrare in funzione.

A che cosa serve. Il Lane assist limita il rischio di uscite involontarie dalla corsia di marcia, che sono spesso tra le cause degli incidenti stradali. L’elettronica è dunque in grado di rimediare a distrazioni del pilota, che non deve però fare eccessivo affidamento sul supporto fornito della tecnologia. L’improvviso venire meno della segnaletica potrebbe infatti rendere il dispositivo inattivo ed è quindi bene che l’attenzione sia costante. Non a caso anche i sistemi più evoluti, che intervengono per mantenere l’auto in corsia, emettono un allarme e si disattivano se non rilevano la presenza di almeno una mano sul volante e la partecipazione attiva del pilota alla guida.

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L'evoluzione adattiva. Visto il suo funzionamento, il cruise control si rivela più utile quando si viaggia in autostrada con poco traffico: in città, invece, va disattivato spesso. Questo limite è tuttavia superato dal cruise control adattivo: come il nome suggerisce, si tratta di un dispositivo in grado di modulare l’andatura prefissata tenendo conto di quella del veicolo che precede la vettura. La conquista è abbastanza recente e si deve alla Mitsubishi Diamante del 1995, primo modello dotato di un regolatore di velocità adattivo (anche se per rallentare scalava le marce e non usava i freni). Nel 1999, la Mercedes-Benz presentò il Distronic: questa evoluzione si serve di un radar a lungo raggio montato nella parte anteriore della vettura per misurare la distanza dai veicoli che precedono e, se necessario, rallenta l’andatura agendo sull’acceleratore e/o sui freni. Vista la possibilità di riaccelerare autonomamente fin da bassa velocità, il cambio automatico è praticamente d’obbligo. I primi sistemi adattivi non erano in grado di funzionare fino all’arresto della vettura, ma si disattivavano a 30-40 km/h. Sempre la Mercedes, nel 2005, migliorò il Distronic (ribattezzato plus) introducendo la possibilità di regolare l’andatura fino allo stop dell’auto e di impostare qualsiasi velocità da 0 km/h alla massima ammessa, alleviando così il lavoro del conducente nel traffico intenso. Col cruise control adattivo di seconda generazione, infatti, l’auto può gestire le code fermandosi e ripartire automaticamente se il veicolo che precede si muove entro pochi secondi. Altrimenti, basta premere il tasto “resume” per rimettere in moto la vettura.

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Distanze a piacere. Le auto dotate di un regolatore di velocità attivo si riconoscono facilmente, perché ai classici comandi si aggiungono quelli per variare la distanza di sicurezza da indicare al sistema (in genere, i livelli vanno da tre a cinque). Alcuni modelli, poi, offrono anche la possibilità di indicare l’entità dell’accelerazione utilizzata per riprendere velocità nel caso la strada si liberi, mentre altri modificano l'andatura in funzione della modalità di guida utilizzata (sport, confort, eco). Di recente, sono apparsi sistemi che impiegano una telecamera stereoscopica per determinare le distanze (come il Subaru Eyesight) ed è proprio grazie alle telecamere, da sole o in abbinamento ai radar, che è anche possibile rispettare i limiti di velocità: un’apposita funzione, selezionabile dal conducente, fa leggere il segnale all’occhio elettronico e imposta automaticamente la velocità limite nel cruise control. Infine, abbinando il regolatore automatico all’assistente per il mantenimento della corsia, si ottiene il livello 2 di assistenza alla guida: in pratica, entro certi limiti la vettura è in grado di viaggiare controllando l’andatura e le traiettorie. Ovviamente, anche in questo caso il conducente è sempre responsabile della guida e deve tenere le mani sul volante e gli occhi sulla strada.

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