Alla quarta generazione, la Hyundai Santa Fe si può definire una Suv di livello premium di grandi dimensioni, dopo i salti qualitativi dei due modelli più recenti. Oltre al design, che si è via via adeguato alle tendenze in voga, un analogo processo di affinamento ha interessato la guida, diventata molto più europea rispetto al passato. Con l’ultima serie sono cresciute in modo significativo anche le misure, tanto da far arrivare la Santa Fe a sfiorare i 4,8 metri di lunghezza. L’abitacolo esibisce un livello elevato di finitura, con inserti color metallo e uno specifico rivestimento di pelle per i sedili impunturati di ottima fattura, ampi e molto comodi, e la parte centrale della plancia. La posizione di guida non è troppo alta, quindi lo spazio abbonda verso il soffitto (con tetto panoramico elettrico), cosa che vale anche per il divanetto posteriore. L'attitudine per il trasporto non finisce lì: la Santa Fe è una sette posti a pieno servizio, con poltroncine ripiegabili nel bagagliaio. In ogni caso, le sedute restano più adatte per i bambini, perché un adulto, come sempre sulle auto a sette posti, deve tenere le ginocchia molto in alto. La capienza del vano non risente della terza fila, visto che siamo a quota 610 litri.
Come va. La quarta generazione della Santa Fe è diventata una vera ibrida professionista, che sfrutta al meglio il nuovo pianale riprogettato per le versioni full hybrid, che utilizzano un motore 1.6 turbobenzina da 180 CV abbinato a un'unità elettrica da 60 CV, per una potenza totale di 231 CV. In questa versione, nonostante la massa di quasi due tonnellate, si ha l’impressione che la spinta non venga mai a mancare sotto il piede destro, perché la coppia non fa difetto e il cambio automatico a sei rapporti reagisce prontamente agli stimoli dell’acceleratore, senza che il motore salga troppo di giri. Nella recente prova della 2.2 CRDi 4WD automatica, momentaneamente uscita di scena per il lancio dell’ibrida, nella versione 20th Anniversary, avevamo apprezzato il cambio automatico a otto marce, che privilegia l’anima turistica del 2.2 turbodiesel, tutt’altro che privo di temperamento: la sua spinta è notevole, ma sempre molto morbida e progressiva. Il sistema di trazione integrale sviluppato dalla Hyundai (Htrac) consente di ridistribuire la coppia tra asse anteriore e posteriore sia in modo intelligente (e automatico), in funzione delle condizioni di aderenza (modalità Smart del sistema Drive mode select), sia privilegiando avantreno o retrotreno, in base al tipo di guida impostata. Nella posizione Sport, viene spostato sino al 50% della coppia alle ruote posteriori, per rendere il comportamento più dinamico e migliorare l'accelerazione; in quella Confort, il trasferimento massimo non supera il 35%, per una guida meno impegnata; in Eco, invece, tutta la trazione è concentrata davanti, per ridurre gli attriti e contenere i consumi. La distribuzione della coppia viene visualizzata nel quadro strumenti. Il sistema, infine, prevede anche il blocco del differenziale centrale per i fondi difficili.
Pregi. Abitabilità notevole, con cinque posti comodi e una terza fila ben sfruttabile. Bagagliaio spazioso e versatile, grazie anche ai sedili scorrevoli e abbattibili.
Difetti. Frenate un po’ lunghe sui fondi differenziati. Consumi impegnativi, anche per la turbodiesel, dovuti alle dimensioni e alla massa della Suv.