i20
La nuova Hyundai i20, oggetto di un leggero restyling lo scorso anno, si presenta con linee decisamente più muscolose rispetto alla generazione precedente: il frontale è aggressivo, e la fiancata è mossa da una nervatura che corre lungo tutta la carrozzeria fino a raggiungere gli originali gruppi ottici posteriori, collegati tra loro da una banda rossa non illuminata. Una rottura col passato che emerge anche in abitacolo, dall’impostazione moderna, ricco di vani portaoggetti e con un buon mix di comandi fisici e touch. L’assemblaggio curato e alcuni dettagli contribuiscono a una percezione di qualità percepita molto alta, nonostante l’abbondanza di plastiche rigide. Ben leggibile la strumentazione digitale da 10,25” di serie, così come lo schermo dell’infotainment da 8”, con connettività wireless per Apple Carplay e Android Auto di serie. Lo spazio a bordo non manca: anche dietro, due adulti viaggiano comodi. Piccolo il bagagliaio: il nostro Centro prove ha misurato una capacità di carico di soli 218 litri.
Come va. La Hyundai i20 è disponibile con un tre cilindri aspirato da 84 CV valido anche per neopatentati, la mild hybrid da 100 CV con cambio iMT o automatico DCT e la bifuel a Gpl. Per gli amanti delle “piccole” ad alte prestazioni c’è la versione N da 204 CV. Il mille ibrido non è un fulmine in ripresa (nei sorpassi è spesso necessario scalare una marcia) ma si trova a suo agio tanto nel traffico urbano quanto in autostrada, rendendo la i20 un’auto versatile, facile e prevedibile da guidare, capace di trasmettere tanta sicurezza. Buoni i consumi rilevati: 15,9 km/litro in città e in autostrada, con una media di 16,7 km/litro. Curata l’insonorizzazione dell’abitacolo, mentre la taratura sostenuta delle sospensioni lascia filtrare qualche asperità di troppo. Completa fin dall’allestimento base la dotazione di Adas con mantenimento della traiettoria, cruise control e riconoscimento dei segnali stradali; la guida assistita di livello 2 è in un pacchetto per la versione con il cambio automatico.