Il primo approccio con la Hyundai Ioniq 5 è un senso di pace e relax che deriva dal suo aspetto esteriore e soprattutto dal living interno. L'originale design retro-tech di questa Hyundai è la trasposizione su strada del prototipo 45 EV che un paio d'anni fa celebrava la Pony del 1974, riprendendone alcuni stilemi. Un linguaggio capace anche di unire le generazioni: i nostalgici degli anni 70-80 attratti dal futuro e i millennial sedotti da quei fari a pixel che paiono usciti dal videogioco Minecraft. L’effetto wow è assicurato, insomma, e dietro c'è tantissima sostanza. Il nome Ioniq, infatti, non deve ricondurre a quel modello Hyundai in giro già da un po' con motori ibridi, plug-in ed EV. Ioniq, ora, identifica il brand elettrico basato sulla piattaforma E-Gmp (Electric Global modular platform) del gruppo coreano, di cui la "5" è la prima esponente in assoluto. E già a partire da qui le cose le hanno fatte davvero in grande: due tagli di batteria (58 e 72,6 kWh), trazione posteriore o integrale e architettura a 800 volt (come Audi e-tron GT e Porsche Taycan). Significa una maggior velocità di ricarica, con quella a corrente continua che arriva a 220 kW per poter incamerare 100 km di autonomia reali in meno di dieci minuti, e anche un'efficienza superiore, data dal voltaggio raddoppiato. Ma non è finita, perché la Hyundai ha introdotto pure la carica bidirezionale: è la cosiddetta tecnologia V2L, acronimo di vehicle to load, che trasforma la Ioniq 5 in un enorme powerbank in grado di cedere energia verso l'esterno, sia che si tratti di una bici a pedalata assistita sia addirittura di un'altra elettrica rimasta a secco. Tornando alla lei, la Ioniq 5 è più grande di quanto potrebbe sembrare. Sarà che si tratta di una semplice due volumi e non di una sport utility, ma la presenza scenica è importante: gli sbalzi risultano estremamente ridotti e il passo è lunghissimo (tre metri su 4,65 di lunghezza totale). Nell’abitacolo, i designer coreani hanno interpretato il concetto di living domestico su quattro ruote. Appena ti siedi a bordo, la percezione di accoglienza è davvero elevata. E non si tratta soltanto di spazio, che pure è abbondante, ma del modo in cui è stato sfruttato e arredato in maniera intelligente. Il pavimento, per esempio, è realmente piatto: fra guidatore e passeggero non c'è alcun ostacolo e già questo offre una sensazione di agio e libertà che di rado si prova su un'automobile. In realtà, in mezzo ai due si trova la Universal island, elemento mobile che scorre avanti e indietro, affinché anche i passeggeri posteriori possano accedere alla ricarica wireless e alla moltitudine di ingressi Usb. Chi sta dietro, tra l'altro, gode di uno spazio per le gambe generoso (fino a 38 cm) e di sedili con schienale inclinabile all'indietro e con movimentazione elettrica in lunghezza. Anche il comparto digitale è di prim'ordine: dietro al volante, c'è un elegante elemento a sviluppo orizzontale che integra due schermi da 12,3 pollici, oltre a un head-up display con realtà aumentata, che è come se proiettasse le immagini su uno schermo da 44 pollici.
Come va. Per partire, basta mettere in D. La prima cosa che colpisce è l'efficacia dei tre diversi profili di guida. Si selezionano con un tasto al volante e, rispetto ad altre soluzioni simili, definiscono in maniera netta il carattere della vettura: Eco, Normal e Sport, dove ciò che varia è soprattutto la risposta dei due motori elettrici. Si può quindi decidere di giocare con un'erogazione affilata appena sfiori il pedale, con la spinta dei 305 CV e 605 Nm che appaga e produce velocità in fretta (0-100 in 5,3 secondi), oppure usare un mood più consono all'intera auto, ossia regolare e rilassante. Con i paddle al volante, peraltro, è possibile attivare o disattivare la modalità i-pedal, ossia la massima rigenerazione in rilascio, che consente di non toccare quasi mai il pedale del freno (ben modulabile e con un ottimo mordente) per rallentare o fermarsi. Il confort è infatti molto curato sia a livello telaistico sia d'insonorizzazione, tant'è che è difficile percepire disturbi anche quando la strada è malmessa o la velocità è elevata. La guida assistita di livello 2 gestisce i comandi in modo progressivo e omogeneo, specie il volante, e prevede funzioni avanzate che sollevano dallo stress, come la regolazione automatica della velocità in base ai limiti oppure in prossimità di curve o rotatorie. In ogni caso, la massa di 22 quintali, pur essendo equamente distribuita fra i due assi, si fa sentire: il rollio è piuttosto marcato e l'agilità nel trovare l'appoggio o nel cambiare direzione non è propriamente da sportiva. A questo si aggiunge uno sterzo che, per feedback trasmesso e prontezza, è un po' asettico. Insomma, la stabilità non è in discussione, ma un pizzico di agilità in più non avrebbe stonato affatto. Ci si consola con l’autonomia, in particolare se il commuting settimanale è circoscritto alla città. Qui la Ioniq 5, forte di una potente rigenerazione, assorbe poca energia (6,5 km/kWh) e garantisce un raggio d'azione di quasi 500 chilometri. In statale la situazione è ancora positiva, con circa 400 km di autonomia, mentre lo scenario autostradale è quello che mette più in crisi la vettura: i consumi salgono a 3,8 km/kWh, per un range che si avvicina ai 300 km. Qualche decina di chilometri può variare in base al proprio stile e alla modalità di guida; in questo senso, le elettriche sono molto più sensibili delle termiche. Ed è bene sottolineare ancora una volta che, al di là dell'autonomia, è importante la velocità di ricarica: qui, per passare dal 20 all'80% di carica, bastano 20 minuti di corrente continua.
Pregi: La qualità della vita a bordo è fra i suoi punti di forza. Molto buona l'autonomia
Difetti: L’agilità deve fare i conti con la massa di 2,2 tonnellate.