L'idea alla base della R8 nasce attorno agli anni Duemila sotto l'impeto dei primi successi dell'Audi a Le Mans, ottenuti proprio con quella sigla. Disponibile in versione a trazione integrale e posteriore, con l'ultimo facelift del 2019 la supercar dei Quattro Anelli è stata modificata nell'impostazione del frontale e del posteriore, con l'introduzione di nuovi paraurti e di soluzioni aerodinamiche derivate dalle competizioni. Confermato il V10 aspirato di 5.2 litri del modello originale, abbinato di serie al doppia frizione S tronic a sette marce (un automatico di gran livello, capace di assecondare bene la natura della R8), ha guadagnato maggiore potenza per un totale, a seconda delle versioni, di 570 o 620 CV. Il posto di guida è da granturismo di pregio, ma è perfetto anche quando viene il momento di fare sul serio in pista. Nel complesso, i pochi tasti sono distribuiti con sapienza tra console e tunnel e la strumentazione, configurabile, è tanto completa quanto chiara, mentre per quanto riguarda l'infotainment, integrato nel Virtual cockpit, sul tunnel c'è la classica manopola, ma il più delle volte si fa tutto con i tasti al volante. I due posti disponibili sono tutto sommato larghi e pure facili da raggiungere, grazie all'ampiezza della porta, che resta difficile gestire soltanto negli spazi angusti. Per contro, il bagagliaio (sono 87 i litri rilevati dal nostro Centro prove di Vairano) è piccolo su entrambe le varianti, nonostante su quelle a trazione posteriore non sia presente il differenziale anteriore.
Come va. Sulla R8 RWD, l'idea che i cavalli finiscano tutti al retrotreno, di suo, dà l'idea di un mondo fatto di drift e traversi. In realtà, non si passano le giornate in controsterzo, per lo meno su strada, dove i limiti del Codice e del buonsenso costringono a stare lontano da quelli della vettura. Ci si diverte, si va fortissimo, ma la gran quantità di gomma a terra tiene le ruote posteriori al loro posto più di quel che verrebbe da ipotizzare a priori. E va bene così, perché, a quel punto, si scopre la vera anima della R8, che spicca soprattutto per la sua capacità di essere divertente e cristallina. Certo, il discorso cambia in maniera radicale quando, finalmente, si scende fra i cordoli di una pista e si può chiederle tutto: a questo punto emerge la sua indole più impetuosa, a tratti violenta e, per gestirla, serve una mano molto esperta. L'impianto frenante ha grande mordente, e il pedale, davvero ben modulabile, si rivela perfetto per gestirlo al meglio. Lo sterzo risulta omogeneo, perfetto per agevolare e, per certi aspetti, definire, la sportività evidente, ma non estrema, della vettura.
Pregi. Il V10 è una meraviglia: spinge forte e allunga alla grande. Inoltre, i freni sono potenti, infaticabili ed equilibrati, con un pedale ben modulabile.
Difetti. Al limite, le reazioni smettono di essere veloci e diventano improvvise. Non è certo un aspetto per cui la si acquista, ma gli 87 litri del bagagliaio, anche per una sportiva, sono proprio pochini.