Twingo
Come va. La prima cosa a impressionare è la manovrabilità: la Twingo, grazie alla meccanica posteriore, guadagna uno sterzo che le permette di girare quasi su sé stessa e quindi di parcheggiare ovunque. Il mille a tre cilindri aspirato da 65 CV, unico motore disponibile (se non si passa alla versione elettrica) non è un campione di prontezza o di vivacità, ma svolge a dovere il suo compito, soprattutto quanto a regolarità d'erogazione. Spinge di più ai medi regimi ed è in questa fascia che va fatto lavorare; in ogni caso paga un po' dazio quando il climatizzatore è inserito. Qualche vibrazione in fase di avviamento e di riavvio dello Start&Stop, poi ci si dimentica dell'architettura e del rumore che proviene dalla coda. Del resto, con la potenza non esuberante, l'elettronica tipo "gendarme" e una distribuzione dei pesi che privilegia il retrotreno, è difficile percepire la trazione posteriore: infatti, se stuzzicata, la Twingo sottosterza subito, quindi risulta facile per chiunque. Piace il cambio manuale, che ha la frizione leggera e cinque rapporti molto spaziati. La Twingo 1.0 si adatta anche a tragitti a medio raggio, a patto di non caricarla troppo. L'assetto non è dei più morbidi, ma si riescono a superare senza particolari problemi gli ostacoli cittadini più ostici, mentre per quanto riguarda i consumi si fanno di media i 16 chilometri e mezzo con un litro, e un po' meglio in città. In autostrada si scende a 14, ma l'autonomia resta interessante.
Pregi. Agilità eccellente in città e in manovra, grazie al diametro di sterzata molto favorevole. Confort di buon livello: alle velocità consentite in autostrada, la Twingo si dimostra silenziosa e non affaticante per i passeggeri.
Difetti. Ripresa un po’ pigra in quinta, pure per via della rapportatura troppo spaziata: per avere un certo spunto, non resta che scalare di marcia. Mancano le maniglie d'appiglio, non previste, né davanti, né dietro: una comodità in meno per i passeggeri.