La Kangoo, nata nel 1997 e giunta alla terza generazione, rappresenta la perfetta evoluzione di un veicolo commerciale costruito a misura di artigiano, pensato per gli spostamenti di piccolo cabotaggio e diventato negli anni un'alternativa, ormai quasi sovrapponibile, a una monovolume o a una wagon. Un mezzo che fa di tutto per semplificare la vita, quando si tratta di trasporti extralarge, di hobby (mountain bike, surf, aeromodellismo), fino ai carichi ingombranti, passando a tutto quanto può viaggiare assieme alle famiglie numerose, animali domestici compresi. C'è perfino chi lo allestisce di tutto punto per poterci dormire. Sposando in pieno il concetto di multispazio al passo con i tempi, ora è più lunga di ben 28 centimetri rispetto alla serie precedente (a cinque posti) e sfoggia un look decisamente automobilistico, modellato su proporzioni che sono rimaste da veicolo commerciale puro. Il bagagliaio (501 litri) non è al top della categoria – sulla Volkswagen Caddy ne abbiamo misurati 610, sempre a filo della cappelliera –ma sfruttando tutto lo spazio a disposizione in altezza il vano è sostanzialmente a prova di trasloco. La seconda fila di sedili non si può rimuovere come su alcune concorrenti, ma abbattendo gli schienali si crea comunque un pavimento perfettamente piatto e regolare. Grazie anche alla soglia bassa, a 57 centimetri dall'asfalto, caricare colli pesanti si rivela un'operazione piuttosto semplice. Pure quelli più lunghi: abbassando lo schienale del sedile del passeggero anteriore, infatti, si arriva a oltre tre metri di profondità. Le porte posteriori scorrevoli, poi, semplificano l'accessibilità e schiudono un abitacolo che definire ampio è riduttivo: c'è spazio in abbondanza in senso longitudinale, verticale e perfino in larghezza, anche se nell'abitacolo si è in cinque. Chi siede dietro ha a disposizione un paio di prese Usb e, in ogni caso, nessun passeggero correrà il rischio di rimanere con la batteria dello smartphone a terra: in tutto, sparsi all'interno, ci sono ben sei punti di ricarica, oltre alla piattaforma wireless dedicata. Il posto guida è di stampo turistico; il volante, regolabile (finalmente) pure in profondità, permette di trovare più in fretta la posizione preferita. Familiarizzare con i principali comandi è questione di attimi, eccezion fatta per il satellite della radio, posto sul lato destro del piantone e nascosto dalla corona del volante: sulle prime, anche azioni semplici come alzare o abbassare il volume non sono così immediate. Davanti agli occhi di chi guida, per il momento, c'è soltanto una strumentazione di taglio classico, con due quadranti analogici e un display centrale da 4,2 pollici a colori; in futuro, è atteso pure un pannello riconfigurabile, perfetto per fare pendant con lo schermo touch da 7,9 pollici reali del sistema multimediale Easy link, dotato delle ormai immancabili connettività per smartphone Android e Apple, anche se soltanto via cavo.
Come va. Pur non potendo contare su alcun tipo di elettrificazione, la Kangoo con il turbodiesel da 95 CV si fa bastare sempre poco gasolio: in media si percorrono 17,2 km/litro. Alle prese con i 1.742 chili (in condizioni di prova) della multispazio francese, l'1.5 turbodiesel non va mai in affanno. Nel traffico di tutti i giorni si dispone sempre della brillantezza necessaria, anche se la prontezza di risposta non è il suo forte: solo a quota 2.000 giri si ottiene una spinta decisa. Si è quindi costretti a lavorare un bel po' con il cambio, aiutati comunque dalla leva ben manovrabile, dagli innesti morbidi e precisi. Pochi i rumori nell’abitacolo: soltanto i fruscii si fanno sentire davvero, ma quasi esclusivamente a velocità autostradale. Buono, infine, il lavoro delle sospensioni, che digeriscono senza difficoltà le sconnessioni, irrigidendosi un po' soltanto dietro su tombini o dossi.
Pregi. Gran quantità di spazio a disposizione. L'1.5 turbodiesel consuma poco.
Difetti. La ripresa, complice la sesta lunga, non è un granché: d'obbligo usare il cambio per trovare la giusta spinta.