La BMW X7 è un’ammiraglia in stile Suv, tedesca, ma che non potrebbe essere più americana di così. Infatti nasce a Spartanburg, Carolina del Sud, Usa. È evidente che è stata concepita per spazi diversi dai nostri, però non è soltanto una questione di dimensioni. È la filosofia che sta dietro alla genesi di questo modello a essere sostanzialmente diversa. La X7 non è semplicemente una X5 più lunga: per prezzo e dotazioni è a tutti gli effetti una grande sport utility capace di conciliare il lusso e il confort di una top car con la praticità e la mobilità di una (quasi) fuoristrada. Certo, non si tratta di una novità, gli inglesi hanno aperto questa strada già parecchi anni fa con la Range Rover. Per la BMW, tuttavia, è una primizia assoluta. Lunga cinque metri e 15 centimetri, larga due e alta più di un metro e 80, su strada la X7 fa una gran figura. Le quattro grandi porte danno accesso a un abitacolo a dir poco spettacolare. La X7 nasce a sette posti; però, a richiesta, si può avere la configurazione a sei, che prevede quattro poltroncine singole nelle prime due file e altre due affiancate nell'ultima. I sedili sono tutti controllati elettricamente; quelli centrali si muovono in modo automatico quando li si ribalta, così da migliorare l'accessibilità a quelli dietro, i quali, a loro volta, nel caso si desideri più spazio per i bagagli, si possono ripiegare fino a scomparire nel pavimento. Il tutto con la semplice pressione di un tasto. Al volante ci si trova subito bene. Si sta in alto, in posizione dominante. Il sedile, dotato di ogni comodità (riscaldamento, ventilazione e massaggio), è conformato correttamente e sostiene in modo adeguato. La plancia ripropone lo schema già visto sulla X5: la strumentazione, realizzata con un display Tft, può essere configurata in vari modi, fino a diventare una vera e propria estensione del sistema multimediale. Per comandare il quale si utilizza il classico manopolone sistemato sul tunnel o si agisce direttamente sullo schermo touch da 12,3 pollici, che è sistemato in alto al centro della plancia, in posizione ben visibile. Ma ci si può affidare anche all'assistente personale, moderna evoluzione dei comandi vocali, e, per le funzioni più semplici, a quelli gestuali. Ovviamente, però, il tutto richiede un po' di apprendistato.
Come va. La X7 prevede tre versioni: con un V8 4.4 a benzina oppure due 3.0 sei cilindri in linea, entrambi ibridi, a benzina o a gasolio. Quest’ultima, turbodiesel, è stata protagonista della nostra prova su strada. Il motore spinge bene, forte quando serve, senza farsi sentire, neppure quando lo si spreme a fondo. L'accordo con l'automatico a otto marce, poi, è esemplare. I cambi marcia sono inavvertibili e si finisce sempre per ritrovarsi con la coppia, i cavalli e la marcia giusti per trarsi d'impaccio in ogni situazione, anche quelle più critiche. L'abitacolo, poi, è isolato in modo esemplare. Le sospensioni con ammortizzatori a controllo elettronico e molle ad aria (regolabili) svolgono egregiamente il loro lavoro e, quanto al rumore dentro ne arriva proprio poco. Cosicché viaggiare sulla sport utility bavarese è un vero piacere. Con il pacchetto xOffroad, infine, la X7 acquista anche la capacità di muoversi in fuoristrada: vi sono quattro setup specifici che, abbinati alla possibilità di variare l'altezza da terra dell'auto (in automatico o manualmente, fino a 80 millimetri), le permettono di abbandonare senza problemi l'asfalto.
Pregi. Si viaggia in top class: ambiente raffinato, climatizzazione ideale, isolamento acustico e dinamico. Non manca nulla. Mobilità su ogni terreno: con il pacchetto xOffroad, la X7 si muove bene anche fuori dall'asfalto.
Difetti. Massa e baricentro costringono l’Esp a un super lavoro, causando interventi un po’ troppo decisi, in particolare sul bagnato. Diametro di sterzata esagerato: per fare inversione di marcia ci vogliono più di 13 metri.