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ChiudiLe più belle guidate
Quando è arrivata sul mercato, nel 2015 negli Usa e nel 2017 in Italia, la Tesla Model X non aveva concorrenti. L'elettrica si poneva al vertice massimo dell'offerta globale a zero emissioni con batterie da 90 kWh capaci di garantire un'elevata autonomia, un infotainment in continua evoluzione e delle caratteristiche, come le portiere posteriori automatiche e il sistema di guida assistita Autopilot, quasi fantascientifiche. Per questo, la crossover di Elon Musk si è meritata un posto nella nostra rassegna "Le più belle guidate", con cui vi riproponiamo alcune delle auto più particolari passate negli scorsi anni da Vairano. Dopo le Porsche 911 R, Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, Lamborghini Huracán Performante, Ford Mustang Shelby GT350R, Porsche 911 GT2 RS, Ferrari 812 Superfast, Tesla Model 3, Ferrari 488 Pista, Alpine A110, Aston Martin DB11, Jeep Wrangler, Lexus LC 500h, Honda NSX, BMW Serie 8, Bentley Bentayga, McLaren 720S, Lamborghini Urus, Porsche 911 Carrera S e il confronto tra le super berline è giunto il momento della prima vettura a ruote alte della Casa di Palo alto: il test è completo di video, pagella e dei dati rilevati dal nostro Centro Prove, che in questa occasione sono scaricabili gratuitamente.
Consideratela alla stregua di un intermezzo, la Model X. O di qualcosa che unisce il prima e il dopo. Il raccordo perfetto tra un inizio fatto di auto di nicchia e alto di gamma (la Roadster e la Model S) e un futuro che, con l’arrivo della Model 3, si annuncia molto diverso. La famosa berlina da 35 mila dollari comincerà a essere sfornata dalle catene di Fremont il prossimo luglio, sarà in vendita nel 2018 e dovrebbe portare la Casa americana al traguardo del mezzo milione di auto prodotte ogni anno. Una road map verso un mondo elettrico che Elon Musk ha annunciato da tempo: una democratizzazione crescente dell’offerta nella quale s'inserisce alla grande anche la Model X, che rimane legata agli schemi della Casa dal punto di vista del prezzo e delle ambizioni commerciali, ma che si apre al futuro se si considera l'impostazione da macchina normale. Si tratta infatti di una crossover, tema convenzionale, trattato però in maniera così fuori dagli schemi che, per trovare una rivale a questa Tesla, bisogna cercare nei saloni dell’auto piuttosto che in quelli di una concessionaria: l’unica che le si avvicini è infatti la iPace, concept della Jaguar. Oppure la Audi Q6, sport utility elettrica che dovrebbe essere rivelata l’anno prossimo.
La nuova Tesla Model X in prova!
Porte magiche. Con la Model X, i colpi di teatro iniziano subito: la porta del guidatore si apre automaticamente appena ti avvicini per salire e, quando sei a bordo, basta premere il pedale del freno per vederla chiudersi di nuovo da sola. Il movimento difetta forse di un po' di eleganza, ma l’effetto fantascienza è garantito, oltre che costoso: il tutto fa parte di un pacchetto da 5.200 euro, che portano il totale dell'esemplare in prova alla rispettabilissima soglia di 143.390 euro. A quel punto, la Tesla è pronta: come sulla Model S, non è previsto un tasto di avviamento. Basta mettere in Drive la levetta sul piantone e si parte. Levetta che, per i petrolhead, è uno dei dettagli che riportano alla prosaicità del mondo automobilistico che conosciamo: è infatti la stessa che si trova su gran parte delle Mercedes. La cosa si spiega con facilità, peraltro: si tratta di una piccola ricaduta di quando il gruppo tedesco, nel 2010, aveva siglato una partnership con la Casa americana per sviluppare l’auto elettrica. Tutto è finito dopo un lustro appena, ma questo e altri dettagli (gli alzavetri, per esempio) sono ancora lì al loro posto. La Model X diventa ancora più istrionica quando si passa alla zona posteriore dell’abitacolo, dove le porte tradizionali sono sostituite dalle Falcon wings. Come vedete dalle immagini, si tratta di qualcosa di molto simile alle porte ad ali di gabbiano, rispetto alle quali introducono un ulteriore elemento, giocato tra funzionalità e scenografia: ciascuna è realizzata in due parti incernierate tra loro, in modo da ridurre lo spazio necessario per i movimenti di apertura e chiusura. All’atto pratico, però, i mille sensori di cui sono dotate impediscono di completare l’apertura persino in box piuttosto larghi e, se si somma la lentezza dei movimenti, si finisce per considerare il tutto davvero poco pratico. Al netto di lasciare gli astanti a bocca aperta, le Falcon wings somigliano molto alla soluzione di un problema che, tutto sommato, non esiste: le porte tradizionali sono decisamente più funzionali e l’unico vero vantaggio si rivela soltanto quando lo spazio non manca e le porte possono alzarsi del tutto. A quel punto, salire e scendere senza dover tenere d’occhio il bordo del tetto, in effetti, è comodo. Un po’ poco rispetto alla complessità dell’insieme, soprattutto se è vero (e lo è) che lo sviluppo e il debugging delle Falcon wings sono stati fonte di molti grattacapi per gli ingegneri.
Con il vetro sopra la testa. Rispetto alla Model S si sta seduti più in alto, in posizione decisamente più dominante, e il parabrezza che sale senza soluzione di continuità fin sopra la testa è un’altra di quelle pennellate che aiutano a creare uno stacco rispetto al resto del parco circolante. Qualcosa del genere si è visto su alcune Citroën, ma alla Tesla sostengono che nessun'altra auto ha un parabrezza di queste dimensioni. Affermazione che in effetti, a guardarlo, viene facile sottoscrivere. E anche le alette parasole sono un piccolo capolavoro d'inventiva: in posizione di riposo rimangono “spalmate” sul montante e, quando servono, si ribaltano verso il centro, con un magnete che, a quel punto, le tiene salde alla zona del retrovisore centrale.Il resto dell’abitacolo, sotto il doppio profilo dell’impostazione e dello stile, ricorda da vicino quello della sorella berlina, a cominciare dalla finitura. La Model X è ben fatta, ma all'interno del “ben fatto" c'è ancora qualcosa che tradisce un senso della praticità tipicamente americano. Dettagli, cose minime, ma che in Europa di sicuro non sarebbero concesse su una supercar (ché tale è una Tesla, per prezzo e impostazione). E poi, nel solco della tradizione, c’è l’ormai immancabile schermo centrale da 17 pollici: grande, anzi enorme, ma come sempre poco adatto alla guida. Un tablet è perfetto da utilizzare in poltrona, ma su un’automobile serve qualcosa che sia pensato in maniera più specifica, tanto più quando, come in questo caso, occorre fare ricorso allo schermo per gestire sostanzialmente qualunque funzione. Oltretutto, vista la modernità della macchina, verrebbe da attendersi qualcosa di più dirompente dal punto di vista dell'interfaccia. Nulla da eccepire, invece, sulla strumentazione. Al centro è dominata dalla rappresentazione della vettura, che fa capire cosa il sistema stia “vedendo” in quel momento: auto che precedono, che seguono e, in generale, l'andamento della strada. D’altra parte, la Tesla è famosa per la sua capacità di assistere il guidatore. In particolare, su questa Model X, è già montato il cosiddetto Hardware Two, ovvero il nuovo repertorio di elettronica con il quale la Casa promette una guida assistita che somiglia da vicino a una guida autonoma vera e propria. Al momento della prova, però, il tutto era ancora in modalità di apprendimento, cosa che ha impedito persino l’utilizzo del regolatore attivo di velocità. A breve, si parla di settimane, il sistema sarà sbloccato con uno di quegli aggiornamenti software abituali per la Casa.
Tanta massa ben celata. Quando s'inizia a guidare, le dimensioni del corpo vettura spariscono quasi subito e questa Tesla, più di ogni altra cosa, dà la sensazione di essere ben piazzata a terra. Come la sorella berlina, è quasi diabolica nel dissimulare la sua massa: le batterie posizionate sul fondo dell'auto contribuiscono ad abbassare il baricentro e, dal punto di vista dinamico, ci si dimentica ben presto che questa è una Suv da oltre due tonnellate e mezzo. La Model X risponde con solerzia ai comandi impartiti dal guidatore, che gestisce il tutto attraverso uno sterzo rapido e progressivo. E queste buone qualità non entrano mai in conflitto con le ragioni del confort. Le sospensioni ad aria (di serie) isolano bene dalla strada e la silenziosità, se si escludono le velocità elevate, non è un problema: il motore non esiste (acusticamente parlando) e al resto pensa l'ottima profilatura aerodinamica. Le prestazioni sono di altissimo livello, con accelerazioni da vera sportiva e una ripresa che, a tratti, è persino brutale. I 90 kWh del “pieno" regalano un’autonomia notevole, per un'elettrica: oltre 300 chilometri. Quanto basta per non sentirsi troppo dei pionieri nell'uso quotidiano. Oltretutto, la crescente diffusione dei Supercharger anche in Italia consente ormai d'intraprendere viaggi di una certa rilevanza. Peccato, semmai, che sulle Tesla immatricolate da inizio 2017 il servizio non sia più gratuito: è previsto soltanto un bonus di 400 kWh (circa 1.600 km), oltre i quali si comincia a pagare (25 cent di euro per kWh). In ogni caso, i costi di ricarica restano bassi, rispetto alle prestazioni e al mood generale della vettura.
Prova su strada ripresa da Quattroruote di aprile 2017, n. 740
Model X 90kWh Dual Motor
Vivibilità a bordo. Non è solo questione di spazio, che è tanto e sfruttato bene, ma di qualità della vita, assicurata da un abitacolo elegante e ben organizzato.
Prestazioni. Sarà anche una crossover da famiglia, ma va incredibilmente forte. E, soprattutto, lo fa con la massima naturalezza.
Ergonomia. Quasi tutte le funzioni dell'auto fanno capo al grande schermo touch. Ma destreggiarsi tra i vari menu non è facile né intuitivo.
Porte posteriori. Sono indubbiamente scenografiche, ma per riuscire a essere anche pratiche hanno bisogno di molto spazio attorno.
Velocità
Accelerazione
Ripresa
(a min/max carico)
Frenata
Percorrenza media e Autonomia
COMMENTI
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