
Il nuovo numero di Quattroruote, in edicola dal 3 febbraio e già disponibile in Digital Edition (appena rinnovata nella veste e nelle funzionalità), dedica la copertina alla seconda generazione della BMW X2, con la quale abbiamo avuto un contatto ravvicinato e approfondito, in attesa di una prova su strada vera e propria (qui trovate un riassunto dell’articolo). A proposito di prove, è ricco il ventaglio di vetture testate questo mese; dalla BYD Seal, la risposta cinese alla Tesla Model 3, alla Volkswagen ID.7, la nuova ammiraglia elettrica di Wolfsburg; dalla Subaru Crosstrek, ovvero la Suv che nella gamma della Casa delle Pleiadi prende il posto della XV, alla Citroën C5 Aircross, uno dei primi modelli del gruppo Stellantis spinto dal nuovo motore 1.5 Hybrid. Per la sezione Top Car, poi, il test della Lamborghini Urus Performante, ossia la declinazione più selvaggia, esotica e aggressiva della Super Suv di Sant’Agata Bolognese. Le Anteprime, le nostre anticipazioni dei modelli del futuro, hanno invece come protagoniste l’erede della Volvo S90 e la derivata di serie della Toyota Urban Suv concept, mentre il piatto forte delle Autonotizie è rappresentato dal binomio tedesco Volkwagen Golf-Porsche Macan: da una parte l’ultimo restyling dell’iconico modello di Wolfsburg, dall’altra la seconda generazione – esclusivamente elettrica – della sport utility di Zuffenhausen. Particolarmente nutrito il menu dell’Attualità, che si apre con la guerra di Bologna, cioè le polemiche scatenate dalla decisione del Comune emiliano d’imporre il limite di 30 all’ora in quasi tutta la città, ma propone tra l’altro anche le novità in tema d’incentivi, con un’intervista al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e un’inchiesta sul fenomeno della vendita online di polizze Rca false. Infine, i risultati del referendum online La Novità 2024: i nostri lettori hanno incoronato la Fiat 600e (per maggiori informazioni, leggere qui).
BMW X2. Non è ancora una prova su strada e neppure un’impressione di guida. Però quello che potete trovare in questo numero è un primo contatto particolarmente sfizioso e approfondito con la nuova BMW X2, giunta alla seconda generazione. Che, con questa serie, entra in tutto e per tutto nella famiglia delle Suv-coupé di Monaco, già presidiata da X4 e X6. E lo fa con una vettura più lunga (di quasi venti centimetri), larga (di due) e alta (di sei). Risultato: una maggiore abitabilità e un bagagliaio più capiente. Se poi la precedente X2 appariva come una derivazione un po’ giocosa della X1, questa sviluppa un linguaggio stilistico più autonomo e si distingue per l’anteriore particolarmente aggressivo, dalla spiccata riconoscibilità, il cofano scolpito, lo sbalzo anteriore corto, il padiglione sfuggente e la coda sottile. Tutti elementi analizzati, sotto il profilo del puro design, da Mike Robinson, che come di consueto dice la sua senza peli sulla lingua. Un’altra grande novità del modello bavarese è che adesso può contare anche su una versione elettrica: la iX2. Ed è proprio con una xDrive30 a corrente che è avvenuto il nostro incontro ravvicinato con la vettura. Che abbiamo tra l’altro sottoposto a test statici su visibilità, posto guida – più o meno a metà strada tra una normale berlina e una sport utility – e vano di carico. Per quelli dinamici, bisogna aspettare la prova su strada. Ma possiamo già anticipare che, anche grazie a un reparto sospensivo riprogettato, il confort sembra in progresso.
BYD Seal. Inutile girarci attorno: la BYD Seal nasce per diventare la nemica giurata della Tesla Model 3. Si assomigliano nelle dimensioni, nei prezzi (si veleggia intorno ai 49.000 euro, con le versioni bimotore) e nell’animo. Dinamico al punto giusto, come dimostrano stile e handling. Insomma: le carte in regola per affrontare il mostro sacro americano delle Bev ci sono tutte. A cominciare da un abitacolo un po’ più spazioso per chi siede dietro, anche se molto diverso in termini di look: rispetto alla Model 3, la Seal ha una plancia decisamente barocca e articolata. Pure lei dà grandissimo (talvolta troppo, se la valuti dal punto di vista pratico) spazio alla multimedialità, con lo schermone centrale da 15,6" capace di ruotare elettricamente alla bisogna. Nell’insieme, soddisfa perfino per quanto riguarda la qualità costruttiva, di alto livello. Meno per la visibilità, difficoltosa a causa del montante spesso. In manovra, le ottime telecamere a 360 gradi sono una manna. I due motori da 530 cavalli complessivi della BYD Seal Excellence AWD sono alimentati da una batteria al litio-ferro-fosfato da 82 kWh e generano prestazioni gagliardissime (lo 0-100, per dire, è da 3,9 secondi). Il powertrain non è altrettanto forte se si parla d’autonomia: in media, si percorrono 406 km (contro i 520 dichiarati dalla Casa), che scendono a 330 in autostrada. Nella guida è tutto sommato piacevole, anche se le manca ancora qualcosa per rivaleggiare con le concorrenti più dotate dal punto di vista del comportamento dinamico.
Subaru Crosstrek. La Subaru Crosstrek è l’erede naturale della XV, sulla quale la Casa delle Pleiadi continua a puntare molto, dato che rappresenta oltre metà delle sue vendite in Italia. Non è certo un marchio generalista: tuttavia, ha saputo costruire e mantenere uno zoccolo duro di clienti che apprezzano le sue caratteristiche uniche, dal motore boxer alla trazione integrale, passando - in questo caso - per un ibrido a 48 V che la Casa definisce prudentemente Mhev, cioè mild; ma che avendo un minimo di spinta solo elettrica e senza il contributo del termico, noi battezziamo come full hybrid. Di fatto, si tratta di un motore elettrico integrato all’uscita della scatola del cambio, a completare una catena cinematica tutta in linea longitudinale e con un rinvio pure verso le ruote anteriori. Che poi, è lo schema della Impreza, da cui la Crosstrek mutua telaio e sospensioni, abbinanti però a una berlina a ruote alte del segmento C. Il tutto a partire da poco meno di 40 mila euro per la versione Style. La Crosstrek, come suggerisce il nome che unisce la definizione di modello trasversale al suffisso trekking, è un’auto che si disimpegna ovunque con onore. Non è troppo ingombrante fuori, per il diporto cittadino, però neppure piccola se si allarga anche di parecchio il raggio d’azione. E, se in questo, trova strade innevate o solo sterrati, va ancora meglio. Certo dentro, nonostante le migliorie rispetto alla XV, ha ancora quel gusto classico che solo certi affezionati del marchio possono davvero apprezzare e il bagagliaio non è granché. Il motore non sprizza potenza da tutti i pori, però i suoi 136 CV li mette a buon frutto e quel pizzico di aiuto elettrico gli fa comodo a rinforzare una coppia da aspirato “vecchia scuola”. Quanto ai consumi, tuttavia, non aspettatevi i miracoli da ibrida di ultima generazione: qui non si va molto oltre i 13 km/l di media.
Volkswagen ID.7. L’ispirazione arriva dritta dalla Phaeton, anche se il terreno di gioco è tutt’altro e parla elettrico: la Volkswagen ID.7 si carica sui parafanghi il ruolo di ammiraglia pro tempore della famiglia Bev di Wolfsburg, senza ansie o complessi d’inferiorità. Batteria da 77 kWh netti, un motore (posteriore) da 286 cavalli e soluzioni tecniche raffinate collocano infatti la tedesca nell’empireo delle berline Bev, anche per via di un prezzo che parte da 63.550 euro. Dentro c’è spazio da vendere e il portellone (che schiude un vano da 465 litri reali) amplia notevolmente gli orizzonti pratici. Più calda e accogliente rispetto a quella degli altri modelli ID., la 7 tiene a battesimo un infotainment da 14,8 pollici rivisto nell’organizzazione dei menu, intuitivo e veloce a rispondere alle richieste di chi guida. Come solitamente accade sulle elettriche, la brillantezza delle prestazioni colpisce (lo 0-100 km/h, per dire, si risolve in 6,4 secondi), ma la Volkswagen ID.7 punta soprattutto sulla comodità: se tra le curve alzi il ritmo, ti viene dietro senza protestare, però non è certo l'automobile ideale per inseguire sensazioni particolarmente raffinate. Così, alla fine, apprezzi soprattutto la rilassatezza con cui riesce a digerire i lunghi tragitti, smentendo, alla prova dei fatti, chi ancora pensa che con le Bev non si possano affrontare viaggi ad ampio raggio in tranquillità. A tal proposito, torna utilissima la possibilità di poter ripristinare dal 20 all'80% della carica in una ventina di minuti, alle colonnine Hpc.
Lamborghini Urus Performante. Dalle parti di Sant'Agata, Performante non è una parola come le altre: con questo termine si fa sul serio, serissimo. Così, la Lamborghini Urus conquista 666 cavalli e 850 Nm di coppia. Senza dimenticare pennellate ipertrofiche quanto esotiche, fuori come dentro. Dettagli estetici specifici, 47 chili in meno della Urus S e, più di tutto, tradizionali molle di acciaio per l’assetto, in luogo delle (più soffici) pneumatiche. Non è finita: per l’occasione, il comparto telaistico è stato abbassato di 20 millimetri rispetto alla posizione più bassa delle sorelle, e allargato di 16 nelle carreggiate. A completare il quadro, fra le altre cose, i pneumatici semislick Pirelli (a richiesta) e lo spoiler in cima al lunotto che aumenta del 38% la deportanza del retrotreno. In carbonio, naturalmente. Il V8 biturbo è senza dubbio l’elemento che, da solo, vale il prezzo del biglietto: ha le spalle larghe in basso, un gran tiro che arriva senza lag o incertezze e un allungo che in termini di giri non è straordinario, ma che dura quel che serve per ingaggiare sensazioni ed emozioni. In pista, alla ricerca della massima prestazione, l'importante è soprattutto cercare di non impegnare troppo le gomme anteriori, altrimenti il torque vectoring garantito dal posteriore finisce per non bastare e si comincia a lottare con il sottosterzo. Alla grande i freni carboceramici, che sono semplicemente instancabili, e così pure il powertrain, con il V8 che spinge come un dannato.
Citroën C5 Aircross. Vi abbiamo proposto la C5 Aircross in tutte le salse, dal primo modello all’ultimo restyling, dai motori a benzina al powertrain plug-in ibrido. Ma ora c'è un'altra ragione per tornare a parlare di lei, visto che è una delle prime auto del gruppo Stellantis a portare al debutto uno dei propulsori più interessanti del momento: il nuovo 1.2 turbo Mhev da 136 cavalli che, a breve, spingerà un sacco di altri modelli, da Citroën a Peugeot e Opel, fino a Fiat, Jeep e Alfa Romeo. In breve, per rinfrescarsi la memoria, trattasi di un’evoluzione del noto tre cilindri turbobenzina che ha subito una lunga serie di interventi in virtù dell’elettrificazione: ciclo Miller, turbina a geometria variabile, distribuzione a catena anziché cinghia a bagno d’olio. E poi la trasmissione, il cuore del sistema ibrido: un doppia frizione a sei rapporti che, al suo interno, integra un motore elettrico da 28 cavalli; completano il quadro i soliti inverter, elettronica di potenza e batteria al litio sotto il sedile del guidatore. Come l'1.5 Hybrid sviluppato dalla ex-Fca, anche questo propulsore è assimilabile a un mild hybrid, per tensione di esercizio (48 volt), ma in realtà in suo funzionamento si avvicina a quello di un full hybrid, poiché il motore elettrico ha la capacità di muovere, seppur per brevi istanti, le ruote anteriori a termico spento. Su strada, il powertrain è apprezzabile per fluidità di funzionamento: non si riscontrano particolari incertezze e l’insieme appare armonioso. Due cose da annotare: il sibilo dell’elettrico piuttosto evidente e la frenata rigenerativa (non regolabile) un po’ troppo intensa. Ma la vera domanda è: quando consuma? Ebbene, secondo i nostro cicli in città si riescono a sfiorare i 20 km/litro, mentre in autostrada si scende a 13; la media di tutte le nostre prove parla di circa 16 km/litro. Con un’avvertenza; ibridi di questo genere sono particolarmente sensibili allo stile di guida; perciò, per ottenere tali percorrenze occorre andarci leggeri.
Prove speciali. Avete un’auto che non è predisposta per l’utilizzo wireless di Apple CarPlay e Android Auto? Allora potete affidarvi a uno dei piccoli dispositivi che, una volta collegati a una presa Usb della macchina, consentono lo stesso questa funzionalità. Ne abbiamo testati tre e vi spieghiamo quanto costano e come vanno.
Impressioni di guida. Interni iper-spaziosi e curati in ogni dettaglio, buone prestazioni e, in rapporto alla massa, certo non indifferente, consumi contenuti: è la carta d’identità della nuova Hyundai Santa Fe, che si affida a uno stile inedito per spiccare un deciso salto verso il mondo premium. Sempre dall’Estremo Oriente, ma con quasi una tonnellata in meno, ecco la Toyota GR Yaris, vero e proprio oggetto del desiderio per chi ama i track day: giunta alla seconda serie, è ora anche disponibile con il cambio automatico. E continua a offrire un fascino adrenalinico semplicemente inimitabile, in dimensioni così contenute. L’ultima impressione di guida che vi proponiamo è dedicata alla Zeekr X, la prima crossover del nuovo marchio cinese. Che è ben fatta, confortevole e può contare su un powertrain più orientato alle prestazioni che all’autonomia.
Anteprime e Autonotizie. La strada che sta percorrendo la Volvo per arrivare a una gamma interamente a zero emissioni vivrà una nuova tappa nel 2025 con l’arrivo sul mercato di una berlina che raccoglierà il testimone della S90: lunga quasi cinque metri e con batterie da 107 kWh, supererà i 600 chilometri di range. Ne ricostruiamo le probabili linee, così come anticipiamo quelle della derivata di serie della Toyota Urban Suv concept, a tutti gli effetti la gemella della Suzuki eVX, in procinto di sbarcare in Europa. Entrambe le auto saranno prodotte in India. Passando alle Autonotizie, il servizio di apertura è dedicato a un’altra Casa giapponese, la Honda: vi mostriamo le sue due concept elettriche presentate al Ces di Las Vegas e vi proponiamo un’intervista con il ceo Toshihiro Mibe. Poi, tutto sul restyling della Volkswagen Golf, inossidabile come sempre, ma ancora più versatile: piccole rifiniture estetiche si abbinano a novità tecniche di rilievo. Di ben altra portata, però, la trasformazione della Porsche Macan, che in occasione del salto generazionale abbandona le versioni termiche e porta al debutto la piattaforma Ppe, destinata alle Bev d’alta gamma del gruppo Volkswagen. Con autonomie sopra i 600 chilometri, ricariche ultrafast (dal 10 all’80% della batteria in una ventina di minuti) e una valanga di cavalli (la Turbo ne ha 639). Quindi, un servizio un po’ fuori degli schemi: facciamo il punto sulla mobilità verticale. Tra eVtol (electric vertical take-off and landing) e auto volanti, le novità non mancano. E anche i costruttori automobilistici stanno facendo importanti investimenti nel settore, in attesa delle certificazioni.
Ha scatenato forti polemiche la decisione del Comune di Bologna d’imporre il limite di velocità di 30 km/h sulla quasi totalità delle strade della città: da una parte l’amministrazione comunale, dall’altra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, molto critico sul provvedimento. Siamo andati nel capoluogo emiliano, anche per raccogliere le opinioni dei semplici cittadini. Che appaiono in gran parte contrari. Un altro tema caldo è quello dei nuovi incentivi statali per l’acquisto di auto (comprese le Euro 6 usate): ne illustriamo lo schema, anche attraverso le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che abbiamo intervistato e che spiega la “filosofia” della misura, nella quale trovano spazio pure contributi extra per i redditi più bassi e una sperimentazione del leasing sociale. “Al di là di ogni limite” è invece il titolo dell’articolo dedicato all’Intelligent speed assist, il dispositivo, già presente su quasi tutte le auto nuove, che emette un avviso acustico se si supera la velocità consentita. Lo abbiamo testato su sei modelli, con esiti deludenti, soprattutto perché la disordinata segnaletica stradale italiana non è sempre facile da interpretare (qui trovate un riassunto dell’articolo). C’è poi un’analisi sulla cybersecurity nel mondo dell’auto: le macchine sono ormai computer su ruote e la proliferazione di connessioni le rende sempre più vulnerabili agli attacchi informatici. Un altro articolo è dedicato al fenomeno delle polizze Rca false, vendute online: abbiamo scoperto come agiscono i broker fasulli, fingendo di cadere nelle loro trappole. Infine, un’altra puntata – la decima – della nostra serie sulle dinastie dell’auto, nella quale incontriamo i discendenti dei più grandi nomi dei costruttori per raccoglierne aneddoti, impressioni e indiscrezioni. Questa volta il protagonista è Fabia Maserati, nipote di Ernesto, che fu l’ultimo dei fratelli Maserati, i geniali autodidatti che fondarono la Casa divenuta sinonimo di vetture sportive di lusso. Ci riportano a un glorioso passato dell’automobilismo i suoi ricordi, legati tra l’altro alla figura di Ernesto, appunto, “buono di cuore ma inflessibile con i meccanici”, e di Alfieri, “una specie di eroe, bello come Clark Gable”.
La Novità 2024. Dopo l’Alfa Romeo Tonale, premiata nel 2023, anche quest’anno un’auto della nostra Penisola risulta la preferita tra i lettori di Quattroruote: la Fiat 600e, infatti, è la Novità 2024. La vincitrice è emersa all’esito di un referendum indetto online dalla nostra testata, che ha sottoposto al giudizio popolare una rosa di 20 candidate, scelte dalla nostra redazione. La classifica ha visto prevalere la torinese, votata dal 10,8% dei lettori, su altre due vetture a ruote alte: la Dacia Duster di terza generazione, che ha ottenuto l’8,6% delle preferenze, classificandosi seconda, e la Toyota C-HR, terza, con l’8,5% dei voti. La B-Suv elettrica di Torino, ora disponibile anche nella variante Hybrid, è solo l’ultima di una nutrita schiera di vetture con marchi italiani premiate dai nostri lettori: ben 14 in 25 edizioni dal 2000 in poi. Di queste, otto sono Fiat: oltre alla vincitrice di questo 2024, troviamo nell’albo d’oro la 500 elettrica (2021), la 500X (2016), la 500L (2013), la 500 (2008), la Grande Punto (2006), la Panda di seconda generazione (2004) e la Stilo (2002). Le altre sei italiane, invece, sono tutte Alfa Romeo: prima della Tonale, c’erano già state la Stelvio (2018), la Giulia (2017), la Giulietta (2011), la MiTo (2009) e la 147 (2001). Italiane sono anche le tre vetture che si sono aggiudicate i premi speciali. In questo caso, oltre che dall’apposita piattaforma, i voti dei lettori sono arrivati anche tramite i sondaggi delle nostre Instagram stories, grazie ai quali hanno potuto indicare la preferita tra le quattro vetture di ciascuna categoria, anch’esse selezionate dalla nostra redazione. Partendo dalla sezione Concept, con il 38,3% dei voti (il 43,7% sul web, il 32,4% su Instagram), ha prevalso la Lancia Pu+Ra HPE, l’originale coupé elettrica che anticipa il nuovo corso stilistico della Casa di Torino, a cominciare dall’imminente nuova Ypsilon. Nella categoria Dream, invece, si registra il trionfo dell’Alfa Romeo 33 Stradale, la riedizione moderna dell’omonima icona del Biscione: in questo caso, l’auto ha ottenuto il 44,5% dei voti (il 48,1% sul web, il 40,6% su Instagram). Chiude questo terzetto da sogno, tutto tricolore, la Lamborghini Huracán Sterrato, una supercar in grado di cavarsela anche fuori dall’asfalto: l’auto è risultata la preferita nella categoria Lifestyle, dove si è distinta con il 35,1% delle preferenze (il 33,8% sul web, il 36,5% su Instagram).
Come richiedere allegati e dossier. Chi è abbonato a Quattroruote può richiedere gli allegati e i dossier inviando un’email a uf.vendite@edidomus.it, oppure telefonando al numero 02.56568800 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18).
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Unione Europea Sui grandi assi, ricariche ogni 60 km
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