La cosiddetta sonda lambda è un sensore posto tra il collettore di scarico dei motori a combustione interna ad accensione comandata (benzina, gas) e il catalizzatore. È stata sviluppata dalla Volvo negli anni 70 per poter regolare al meglio, a monte, la miscela di aria e carburante immessa nei cilindri e, quindi, far funzionare meglio il motore riducendo a valle le emissioni inquinanti. "La svolta più significativa mai fatta nel controllo delle emissioni di scarico dei veicoli", commentò nel 1977 Tom Quinn, presidente del California air resources board (Carb), quando una Volvo 244 dotata di un sistema di sensori lambda e convertitore catalitico, alimentata con benzina senza piombo, all’epoca disponibile solo negli Stati Uniti, fu lanciata sul mercato americano.
Nelle attuali auto con motore a combustione ve ne sono due, una tra il collettore e il catalizzatore e una dopo di esso. Il suo nome deriva dalla lettera greca lambda (λ), che indica, appunto, il rapporto tra aria e carburante in un motore.
La sonda lambda misura la quantità di ossigeno dopo la combustione. Questi dati sono trasmessi alla centralina che regola il funzionamento del motore. A sua volta, la centralina utilizza i dati ricevuti dalla sonda per regolare in maniera ottimale la quantità di carburante, e quindi il mix aria-carburante, da inviare ai cilindri per far funzionare correttamente il motore. Il corretto funzionamento del motore si ha con un valore lambda = 1, ossia con un rapporto aria/benzina pari a circa 14,3:1, che a sua volta ottimizza il funzionamento del catalizzatore. Di fatto, la sonda lambda garantisce che le emissioni inquinanti e climalteranti dell’auto restino sempre conformi, efficienza del catalizzatore permettendo, ai valori di omologazione.
Se la sonda lambda non funziona correttamente, alla centralina arriveranno dati non corretti. Se invece la sonda smette del tutto di funzionare, alla centralina non arriveranno più dati. In entrambe le situazioni il motore non funzionerà correttamente e ciò avrà un impatto diretto sulle emissioni inquinanti, ossia gli idrocarburi (HC), il monossido di carbonio (CO) e gli ossidi di azoto (NOx), che, alla lunga, danneggerà irrimediabilmente il catalizzatore. Un’altra conseguenza del malfunzionamento della sonda è l’aumento del consumo di carburante, che potrebbe aumentare fino al 15%.
Quando la sonda lambda smette di funzionare, sul cruscotto si accende la spia del motore. Diversi, invece, sono i sintomi di un suo non corretto funzionamento: un consumo di carburante più alto del solito, una bassa potenza del motore durante l'accelerazione, un aumento delle emissioni di gas tossici.
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