Una premessa: il modo migliore per caricare il proprio smartphone, che, non dimentichiamolo, è un dispositivo altamente tecnologico ed estremamente sofisticato, è quello di collegarlo alla normale rete elettrica a corrente alternata a 220 V, a casa o al lavoro, con il caricabatteria fornito dal produttore oppure con un caricabatterie rapido, ma sempre originale, in modo da minimizzare i tempi o comunque assicurarsi una quantità di autonomia sufficiente alle necessità emergenti.
Può però capitare che la ricarica standard non sia possibile, può accadere di accorgerci che il nostro telefonino abbia bisogno di energia proprio mentre si sta salendo in auto, al termine di una giornata di lavoro. Può anche capitare di non avere uno smartphone di ultima generazione ma un telefono un po’ più vecchio e meno esigente. Dunque, perché non sfruttare l’elettricità fornita dalla batteria e, indirettamente, dall’alternatore dell’auto, per caricarlo? Il fatto è che non sempre, al contrario di quanto accadeva con i cellulari di prima o seconda generazione, gli smartphone possono essere ricaricati a bordo, per esempio recuperando una vecchia interfaccia accendisigari, in modo da garantirci comunque un viaggio connesso. Ecco, dunque, tutto quello che bisogna sapere per evitare di trovarsi senza rete o, peggio, danneggiare le batterie, della macchina e del cellulare.
Siccome la ricarica dipende dalla potenza e dalla corrente erogata e assorbita, non tutte le situazioni sono uguali e non tutti i sistemi e accessori sono utilizzabili sempre e ovunque. La possibilità e l’efficacia della ricarica, infatti, dipendono da tre variabili:
Vi sono poi considerazioni di carattere generale sulla ricarica, sconsigliata, per esempio, in presenza di temperature molto elevate, superiori ai 35°, oppure effettuata mentre il telefono viene utilizzato (meglio evitare)
Insomma, non basta collegare il telefono alla presa Usb presente sul cruscotto o sul tunnel tra il guidatore e il passeggero oppure a una vecchia presa accendisigari per ricaricarlo. Può infatti accadere che il telefono non si ricarichi affatto. In alcune situazioni questa operazione può addirittura impattare negativamente sulla batteria dell’auto (in generale è sconsigliabile la ricarica con il motore spento per evitare di assorbire troppa energia, operazione che in alcuni casi, peraltro, non è proprio possibile per assenza di energia sulla presa se il motore non è acceso), o su quella del telefono.
Nella migliore delle ipotesi, invece, lo smartphone potrebbe ricaricarsi molto lentamente, a maggior ragione se il dispositivo, per esempio, è un iPhone di ultima generazione, e dunque specificamente progettato (e generalmente utilizzato) per sfruttare sistemi di ricarica rapida. In questi casi, infatti, con un eccessivo utilizzo della ricarica in macchina il telefono potrebbe andare sotto stress, poiché per potersi ricaricare deve utilizzare valori di voltaggio e amperaggio che, ovviamente, non sono all'altezza del sistema a muro, diciamo così.
Dunque, prima di collegare il proprio telefono all’auto è consigliabile informarsi preventivamente, per esempio consultando il sito del produttore o leggendo le istruzioni d’uso dello specifico telefono in relazione all’operazione di ricarica e utilizzando sempre accessori originali o, comunque, di qualità conclamata. E, comunque, è sempre meglio evitare di ricorrere alla ricarica a bordo di veicoli troppo vecchi per telefoni di ultima generazione.
Fatte tutte queste premesse, le modalità per ricaricare il cellulare in auto ruotano prevalentemente attorno a tre fonti di energia:
Da almeno una dozzina d’anni tutte le auto di nuova immatricolazione sono dotate, sul cruscotto o sul tunnel che separa il guidatore dal passeggero, di una presa Usb di tipo A che, in alcuni casi, può essere utilizzata anche per ricaricare il telefono. Ovviamente, per collegare la presa dell’auto con quella del telefono è necessario un cavo Usb specifico, ossia che abbia da un lato una spina Usb A per la presa dell’auto e dall’altro una spina specifica per la presa presente sul telefono.
Nelle auto più datate, quelle in cui la presa Usb non c’è, l’unica fonte di energia all’interno dell’abitacolo è la presa dell'accendisigari, che può in alcune situazioni essere utilizzata ricorrendo a un apposito adattatore con cavo integrato oppure dotato a sua volta di presa Usb di tipo A o C a cui collegare a sua volta uno specifico cavo adatto al telefono che si sta usando. Questa soluzione è sconsigliabile – in alcuni casi può essere persino inutile o dannosa - con i telefoni delle ultime generazioni, “affamati” di una quantità di energia che la presa accendisigari non è in grado di fornire.
Infine, nelle auto più recenti può essere presente un sistema integrato di ricarica wireless a induzione, sistema che può utilizzato anche ricorrendo a specifici prodotti aftermarket da collegare, a loro volta, alla presa Usb o a quella accendisigari. Questo sistema, ovviamente, può essere utilizzato unicamente sugli smartphone che hanno questa possibilità di ricarica. Ove presente, questa soluzione è preferibile, non solo perché libera il cellulare dal vincolo del cavo di carica, ma perché il sistema è stato pensato fin dall’origine per la ricarica di smartphone di ultima generazione. È sufficiente appoggiare l’apparecchio sullo specifico dock per trasferire, grazie al campo elettromagnetico generato dal sistema, energia elettrica senza connessione fisica. I caricatori wireless possono offrire anche opzioni avanzate, come la regolazione della corrente o la protezione dal surriscaldamento. Anche in presenza della possibilità di ricarica a induzione si consiglia di verificare prima la compatibilità del sistema con il proprio telefono. E, nel caso di sistemi di ricarica a induzione aftermarket, di verificarne la compatibilità con la propria macchina.
Infine, nelle auto più recenti può essere presente un sistema integrato di ricarica wireless a induzione, sistema che può utilizzato anche ricorrendo a specifici prodotti aftermarket da collegare, a loro volta, alla presa Usb o a quella accendisigari. Questo sistema, ovviamente, può essere utilizzato unicamente sugli smartphone che hanno questa possibilità di ricarica. Ove presente, questa soluzione è preferibile, non solo perché libera il cellulare dal vincolo del cavo di carica, ma perché il sistema è stato pensato fin dall’origine per la ricarica di smartphone di ultima generazione. È sufficiente appoggiare l’apparecchio sullo specifico dock per trasferire, grazie al campo elettromagnetico generato dal sistema, energia elettrica senza connessione fisica. I caricatori wireless possono offrire anche opzioni avanzate, come la regolazione della corrente o la protezione dal surriscaldamento. Anche in presenza della possibilità di ricarica a induzione si consiglia di verificare prima la compatibilità del sistema con il proprio telefono. E, nel caso di sistemi di ricarica a induzione aftermarket, di verificarne la compatibilità con la propria macchina.
Immagini AI generated.
Cerca annunci usato
Scarica la prova completa in versione pdf
A soli € 3,59 tutte le caratteristiche tecniche e le considerazioni di Quattroruote. Scegli la tua prova con un click!