Nei contratti di assicurazione danni come quello Rc auto oppure in quelli per le coperture accessorie (furto, incendio, cristalli, atti vandalici, eventi atmosferici eccetera), può essere prevista una franchigia. Si tratta di una somma espressa in euro che indica l’importo del danno che, a seconda delle situazioni, può rimanere a carico dell’assicurato.
Come funziona
La franchigia può essere di due tipi: assoluta o relativa. Nel primo caso opera sempre, indipendentemente dall’entità del danno. Nel secondo caso, invece, opera, semplificando al massimo, solo per danni di lieve entità. Vediamo nel dettaglio:
Come sceglierla
Quasi sempre l’entità della franchigia è oggetto di trattativa con l’agente oppure la compagnia può prevedere più opzioni tra le quali scegliere al momento della sottoscrizione. Tenendo presente che, com’è logico, all’aumentare della franchigia diminuisce il premio da pagare e viceversa. È dunque opportuno scegliere un punto di equilibrio corretto in base ai rischi presumibili e non basarsi sul risparmio a ogni costo, che può vanificare l’utilità di questa copertura.
Abbinamento di franchigia e scoperto
Può capitare, nelle coperture accessorie (furto & incendio, atti vandalici, cristalli, eventi atmosferici eccetera) che la franchigia sia abbinata allo scoperto. In questa situazione, a carico dell’assicurato è la somma più alta tra le due in base all’entità del danno. Per esempio, ipotizziamo che su una copertura atto vandalico vi sia una franchigia di 100 euro e uno scoperto del 10%. Se la riparazione costa 500 euro, il 10% significa 50 euro. Quindi a carico del contraente sarà la franchigia di 100 euro.
Se, invece, la riparazione costasse 1.500 euro, lo scoperto del 10% equivarrebbe a 150 euro, superiore alla franchigia. In questa situazione, dunque, a carico dell’assicurato sarebbe lo scoperto.
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