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Patente a punti: cos'è e come funziona

Patente a punti: cos'è e come funziona

All’atto del rilascio della patente, viene attribuito un punteggio di 20 punti che, annotato nell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, subisce decurtazioni a seguito di un’infrazione particolare, giudicata pesante dal legislatore. Più precisamente, dopo la comunicazione della violazione di una delle norme per le quali è prevista la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida: ossia di una tra le regole di comportamento di cui al titolo V, indicate nella tabella all’articolo 126-bis del Codice della strada. Le infrazioni più gravi comportano la decurtazione da uno a 10 punti. Più grave l’infrazione, maggiore la sottrazione di punti. Fra i casi più frequenti: il passaggio col semaforo rosso (verbale di 167 euro e taglio di sei punti). Se vengono accertate più violazioni contemporaneamente (per esempio transito col rosso, mancato allacciamento della cintura di sicurezza, guida con smartphone in mano), la decurtazione non potrà superare i 15 punti (a meno che sia prevista la sospensione o la revoca della patente di guida). I punti persi raddoppiano in automatico se il guidatore ha conseguito la patente da meno di tre anni: il cosiddetto neopatentato. Per esempio, la guida in stato di ebbrezza che, di solito, prevede la sottrazione di 10 punti, comporterà la perdita di 20 punti per il neofita.

Chi perde i punti. Se le Forze dell’ordine fermano sul posto il trasgressore (contestazione immediata), il conducente perderà i punti. Se invece l’infrazione viene rilevata da un dispositivo automatico che funziona da sé (come un autovelox o una telecamera a un semaforo), quasi sempre c’è la contestazione differita, con la multa inviata a casa del proprietario dell’auto, entro 90 giorni dalla violazione, o alla sede della società qualora il veicolo sia intestato a quest’ultima. Utilizzando il foglio allegato alla contravvenzione, presente nel plico verde della raccomandata (o nella Pec), entro 60 giorni dalla notifica della multa il titolare del mezzo deve comunicare a Polstrada, Polizia municipale o Carabinieri il nome del guidatore al momento della violazione.

Multa supplementare. Nel caso di mancata identificazione del conducente, il proprietario dell’auto che riceve a casa la multa con decurtazione di punti deve fornire all'organo delle Forze dell’ordine che procede, entro 60 giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del guidatore al momento della violazione (a cui verranno sottratti i punti) e non subirà altre sanzioni. Altrimenti, il proprietario (o un obbligato in solido in base all’articolo 196 del Codice della strada) subisce la multa supplementare di 291 euro. In questo caso, nessuno subirà il taglio dei crediti della licenza. In teoria, per il Codice, un "giustificato motivo" darebbe modo al proprietario di non indicare il nome del conducente senza subire la multa supplementare. Nella realtà, tuttora nessuno sa dire cosa significhi l’espressione "giustificato motivo".

Se si perdono tutti i punti. In caso di azzeramento dei punti, il conducente riceverà la lettera del ministero delle Infrastrutture che lo invita a sottoporsi a esame di revisione (esami di teoria e pratica) entro 30 giorni e, nel frattempo, potrà continuare a guidare. Nel caso non ci si presenti a sostenere il suddetto esame, la patente verrà ritirata e sospesa a tempo indeterminato (fino a quando non si sosterranno gli esami). Se invece, sottoponendosi all’esame, si dovesse risultare non più idonei, la patente verrà revocata: occorre conseguirne una nuova.

Esami in agguato. L’esame di revisione potrà essere disposto anche in un secondo caso. Ossia ossia se, nell’arco di 12 mesi dalla prima infrazione che prevede il taglio di almeno 5 punti, se ne commettono altre 2 non contestuali da 5 punti ognuna. Dopo aver superato l’esame di revisione, verranno riattribuiti i 20 punti iniziali.

Come conoscere il punteggio della propria patente. Ogni patentato può controllare in tempo reale il saldo dei punti sulla propria patente. Basta chiamare da una linea fissa il numero 0645775962, attivo 7 giorni su 7 al costo di una telefonata urbana. O si può accedere all’area riservata del portale dell’Automobilista (del ministero delle Infrastrutture) tramite Spid o Cie (carta d'identità elettronica). Infine, si può chiedere il saldo rivolgendosi a una Motorizzazione civile o scaricare l’app per smartphone “iPatente”.

Decurtazione dei punti, come saperlo. Dal 1° ottobre 2020, dopo una decurtazione dei punti per una multa, il ministero non invia più la lettera contenente il saldo del punteggio e le informazioni sulle variazioni avvenute. Questa comunicazione è inviata via mail, se si è registrati al portale dell’Automobilista. O può essere scaricata autonomamente e in qualsiasi momento, in pdf, accedendo all'area riservata del Portale. Se risultano errori di punteggio, occorre rivolgersi all’organo delle Forze dell’ordine che ha fatto la multa.

I punti in caso di ricorso. Chi riceve una multa che prevede la decurtazione di punti, se ritiene che sia illegittima, può fare ricorso a Giudice di pace o Prefetto, comunicando prima il nome del guidatore: la sottrazione viene congelata dal ministero. Se l’automobilista vince il ricorso, nessuno paga la multa e nessuno subisce il taglio di punti. Se invece perde, l’intestatario del veicolo dovrà pagare la sanzione amministrativa, mentre al conducente indicato verranno sottratti i punti.

Come recuperare i punti. Se sono stati persi dei punti, ma il punteggio non è esaurito, per recuperarli è possibile frequentare corsi presso autoscuole o altri centri autorizzati dal ministero. Chi ha la patente B ha la possibilità di recuperare 6 punti, partecipando a un corso di 12 ore. Che per il momento è senza esame: basta la sola frequenza. E, comunque, si recupera sino a un massimo di 20 punti.

Bonus per buona condotta. Ogni due anni trascorsi senza infrazioni, che non comportino decurtazione dei punti, chi ne ha almeno 20, riceve un bonus di 2 crediti fino al raggiungimento di un massimo 30 punti. Chi invece ha meno di 20 punti ma più di zero, sempre a seguito del biennio di “buona condotta”, torna ai 20 punti di dote iniziale. I neopatentati con 20 o più punti, se non commettono infrazioni taglia-punti, ricevono un ulteriore bonus l’anno, fino a un massimo di 3 punti, da sommare ai previsti 2 punti di bonus biennale.

Auto in sharing o a noleggio: che succede alla patente. Chi prende un’auto in sharing, a noleggio breve (da uno a 30 giorni), a noleggio medio (plurimensile) o a noleggio lungo (per anni) e riceve una multa, ne è responsabile. Per i verbali elettronici (il caso classico è l’infrazione per passaggio col rosso), il consumatore paga la multa e subisce il taglio di punti della patente.

I buchi legislativi della patente a punti. Nata nel 2003, la patente a punti ha gravi lacune. Eccone alcune. Chi ha perso tanti punti ma non è a zero, torna a 20 dopo due anni di guida senza infrazioni pesanti: così, la norma viene svuotata di significato, perdendo deterrenza. Inoltre, diverse violazioni di una certa gravità non comportano il taglio di punti. È infatti noto che i bambini non possano essere trasportati su un seggiolino contrario al senso di marcia se è attivato l’airbag frontale, a meno che questo non venga disattivato: nessuna sottrazione al guidatore che fa viaggiare il piccino senza rispettare questa norma. Manca poi la decurtazione di punteggio a chi viaggia con pneumatici lisci, comportamento pericoloso.

Ha collaborato il Gruppo Sermetra Holding

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